Leao e la cura Ibrahimovic - Due facce di un’unica medaglia. Una lo vede a tratti indolente, quasi svogliato, avulso dal gioco e fuori da ogni schema tattico. L’altra invece protagonista, imprendibile, una spina nel fianco per gli avversari, a tratti devastante. Il tutto molto spesso all’interno della stessa partita. Rafa Leao è così: prendere o lasciare. Pioli e alcuni suoi compagni di squadra lo hanno definito come un artista che a volte si sveglia con la luna storta, altri giorni invece è capace di far girare il mondo – calcistico – intorno a lui.
Un cambio di atteggiamento e rendimento che non trova motivazioni specifiche. Fin qui, comunque, nessuna novità rilevante: Rafa Leao è sempre stato così. Il portoghese però, in questa stagione così diversa dalle altre a livello personale ha assunto una caratteristica unica: è sempre più decisivo, anche quando non segna. La gara contro lo Slavia Praga di ieri sera in Europa League è l’emblema di tutto ciò.
Leao ha aperto e chiuso la partita a modo suo, con due giocate che hanno messe in rete prima Giroud – con un delizioso tiro-cross – e poi Pulisic a un passo dalla linea di porta, dopo una sgasata delle sue. Nel mezzo un gol sbagliato anche abbastanza clamorosamente per uno con le sue qualità e tanti momenti di buio assoluto, che in alcuni casi hanno portato anche ai fischi di San Siro. Poi però si guarda il tabellino ed ecco che il portoghese, come sempre, risulta decisivo con due assist e qualche sorriso in meno rispetto a quello a cui ha abituato un po’ tutti, come in occasione delle serpentina che ha generato il gol, solo da appoggiare in rete, di Pulisic.
Una quasi non esultanza e lo sguardo un po’ corrucciato, colpa probabilmente dei fischi di un San Siro che non ha gradito la prova dei rossoneri nonostante la vittoria per 4-2, con due reti incassate in superiorità numerica. Il passaggio del turno si deciderà all’Eden Aréna tra una settimana, quando tutti nell’ambiente rossonero sperano che Leao sia nel mood giusto. Quello del campione assoluto.
A lavorare e tanto sulla testa di Leao c’è un mental coach d’eccezione: Zlatan Ibrahimovic. Così come accaduto dai tempi in cui i due erano compagni di squadra, anche adesso che lo svedese è il braccio destro del patron Gerry Cardinale (i due voleranno a Gedda per far entrare nel vivo la trattativa per il passaggio delle quote di minoranza al fondo Pif) l’obiettivo è sempre quello di aiutare Leao a compiere quell’ulteriore salto di qualità che gli consentirebbe di essere iscritto nell’elite dei grandissimi. Più volte, anche nel corso dell’ultima settimana, Ibrahimovic a Milanello (e non solo) ha dedicato attenzioni speciali a Leao, consigliandolo sugli aspetti da migliorare, indicandogli la strada da seguire. Un comportamento da fratello maggiore che Ibrahimovic ha sempre avuto nei confronti di Leao. Una cura che sta dando i suoi frutti.
Il rendimento di Leao è ormai oggetto di attenzione costante, tanto che lo stesso Pioli al termine della gara contro lo Slavia Praga ha risposto in maniera quasi seccata all’ennesima domanda in merito. Per il portoghese, d’altronde, parlano i numeri: 4 gol e otto assist in campionato (non ci sarà la prossima contro l’Empoli perché squalificato), una rete in Champions League, 2 in Coppa Italia e altre due con due assist vincenti in Europa League. Semplicemente Leao: decisivo, anche quando non segna.