Una Lazio nel segno di Martusciello, ma Igor Tudor è quell'immagine sullo sfondo che si avvicina a velocità sostenuta dalle parti di Formello. Sì, Claudio Lotito non aspetta, ha intensificato i contatti con l'entourage del tecnico croato, atteso a Roma nelle prossime ore per incontrare il presidente-senatore per poter discutere i termini dell'accordo che dovrebbe legare l'ex Marsiglia alla panchina biancoceleste.
Se ciò dovesse andare in porto, ecco che Giovanni Martusciello (rimasto solo dopo le dimissioni dello staff) saluterebbe subito dopo il match contro il Frosinone, con Tudor pronto a subentrare durante la sosta per le Nazionali.
L'idea Martusciello era quella fatta in casa, anche se non ha mai convinto appieno Lotito. Sarebbe come un continuum del lavoro di Sarri, che ad oggi ha vissuto di alti e bassi. Complici anche le dimissioni dello staff, ecco che il presidente della Lazio ha deciso di dare una sterzata, puntando Igor Tudor.
Questo anche per cercare di dare un colpo di spugna al passato e far respirare aria nuova a Formello, nel segno del carattere deciso, a tratti spigoloso, del croato. Ciò che vuole Lotito, così da riportare equilibrio all'interno dello spogliatoio.
Tudor è atteso nelle prossime ora a Roma, per avere un incontro con il presidente e cercare di mettere nero su bianco quello che dovrebbe essere un accordo dove l'ex Marsiglia guiderebbe la Lazio fino alla fine della stagione corrente, più quella successiva.
Se ciò dovesse accadere, ecco che la domanda sorgerebbe spontanea ai tifosi: come giocherebbe la Lazio con Tudor in panchina? Bisogna partire da un presupposto: Tudor è amante della difesa a tre, nel dettaglio il 3-4-2-1, modulo utilizzato al Verona così come al Marsiglia. Un calcio intenso, fisico, fatto di pressione alta per bloccare le fonti di gioco avversarie e ricerca continua della profondità per tagliare in due le difese avversarie.
Una rivoluzione, verrebbe vista così, dato che negli ultimi due anni e mezzo la Lazio si è destreggiata con il 4-3-3. Ecco perchè Tudor potrebbe portare avanti comunque la difesa a quattro (modulo già usato durante il suo passato al Galatasaray), nello specifico il 4-2-3-1, con l'obiettivo di risalire in classifica e cercare di arrivare in fondo in Coppa Italia, per poi portare avanti il lavoro della difesa a tre in estate.
Il tempo scorre, il puzzle sembra prendere forma. Intanto testa al Frosinone, una partita che Martusciello non può sbagliare per evitare ulteriori malumori di una piazza già al limite, poi si penserà al resto. Se l'accordo dovesse arrivare secondo i termini sopra citati, ecco dunque che Tudor avrebbe modo di poter conoscere subito la squadra, per poi plasmarla secondo la sua idea di calcio.
A prescindere da questo il primo obiettivo sarà quello di ricompattare il gruppo squadra, dove a farne parte c'è anche quel Guendouzi allenato durante i trascorsi a Marsiglia. Un rapporto di amore e odio quello tra giocatore e allenatore, due caratteri forti andati a volte in contrasto.
Neanche il tempo di arrivare a Marsiglia, infatti, che Tudor aveva già stilato una serie di regole ferree uguali per tutti. Questo portò allo scontro con una parte dello spogliatoio: tra i nomi quelli di Gerson, Under, Payet (che in seguito avrebbe perso il posto da titolare, definendo il tecnico una persona rude) e per l'appunto Guendouzi. Proprio quest'ultimo ebbe un alterco con il croato durante un amichevole contro il Milan nel pieno della preparazione estiva. Come riportato allora dall'Equipe, i due entrarono in contrasto durante l'intervallo, con Tudor che decise di disinnescare tutto subito: "È un giocatore fantastico, con molto carattere. È normale voler giocare ed essere frustrato, amo questo personaggio".
Un tira e molla portato avanti tra periodi di utilizzo intensi e scarso minutaggio nella seconda parte della stagione marsigliese per "Guendo", che ora con ogni probabilità ritroverà il suo ex tecnico. Con la speranza che adesso sia amore a prima vista. E basta.