Dieci anni al potere e nessuna intenzione di fermarsi a quasi 74 anni. Narendra Modi è da anni uno dei leader più influenti a livello internazionale, premier dell'India dal 2014 e leader del Partito Popolare per anni è stato ministro capo dello Stato del Gujarat.
Di umili origini, Modi ha fatto parte del movimento paramilitare hindu di estrema destra Rashtriya Swayamsevak Sangh ed ha rivestito dal 2001 al 2014 per tre volte il ruolo di primo ministro dello Stato indiano del Gujarat. Se da un lato è stato elogiato per aver rilanciato economicamente lo Stato, dall'altro è stato accusato di aver limitato la libertà di stampa. Da anni Modi è nel mirino dell'opposizione per le sue idee considerate pericolosamente nazionaliste.
Nel 2014 Modi è stato eletto primo ministro dell'India. Dopo la sua elezione è riuscito a far crescere il Pil sebbene le sue scelte sono state contestate da moltissimi economisti: la disoccupazione giovanile è cresciuta a dismisura mentre alcuni settori un tempo pubblici sono stati progressivamente privatizzati. Tanti i tagli anche all'istruzione e alla sanità.
La libertà di stampa è diminuita e nel 2018 - a quattro anni dalle elezioni - è stata approvata una controversa legge sull'attività sindacale. Modi è riuscito a riconfermarsi nel 2019 con 229 milioni di voti (37,6%), durante le elezioni di quest'anno affronta Rahul Gandhi.