21 Apr, 2024 - 13:08

Serena Bortone rischia grosso dopo aver letto il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile: provvedimento disciplinare in arrivo e possibile chiusura di “Che sarà”

Serena Bortone rischia grosso dopo aver letto il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile: provvedimento disciplinare in arrivo e possibile chiusura di “Che sarà”

Ieri sera, durante la puntata di Che sarà in onda su Raitre, Serena Bortone ha deciso di leggere il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Quello stesso monologo che l’azienda avrebbe censurato annullando l’ospitata dello scrittore per poi spiegare che alla base c’erano stati dei problemi di natura economica. La giornalista ha però mostrato grande coraggio passando al contrattacco rispetto alla versione fornita dall’azienda e anche dalla stessa Giorgia Meloni: Siccome ho letto ricostruzioni fantasiose e offensive, preciso che la reazione di Scurati è stata di regalarmi il testo scritto per noi, autorizzandomi a leggerlo: cosa che adesso farò. La lettura di quel monologo però potrebbe costarle ora molto caro.

Serena Bortone monologo Scurati Che sarà, ecco cosa rischia la giornalista

Stando a quanto riportato da quotidiano La Repubblica, Serena Bortone potrebbe andare incontro ad un provvedimento disciplinare. Aprendo l’articolo si apprende però che anche il programma Che sarà potrebbe essere cancellato dalla Rai. Si legge infatti: Il monologo Bortone lo ha letto e rischia di pagarla cara, il provvedimento disciplinare dicono sia pronto: Che Sarà potrebbe chiudere a fine stagione. Il prezzo della libertà e della disobbedienza civile.

Il programma Che sarà potrebbe quindi chiudere i battenti dopo che la giornalista ha osato sfidare il governo a seguito della censura intervenuta sul monologo di Antonio Scurati. Per Serena Bortone sembra non esserci davvero pace. Proprio lo scorso anno, la giornalista aveva dovuto affrontare la chiusura di Oggi è un altro giorno in onda su Raiuno. Il programma aveva chiuso i battenti al suo posto, nella stessa fascia pomeridiana, era arrivata Caterina Balivo con il nuovo show.

In un’intervista a Vanity Fair, la Bortone aveva commentato così la chiusura imprevista del programma:

virgolette
Non sempre si sceglie quello che si fa, in un'azienda. Ma io penso che il cambiamento sia portatore di nuove motivazioni non solo nel lavoro, pertanto sono abituata a guardare quello che verrà dopo. I programmi sono un po’ come gli ex fidanzati, li guardi, li metti in una bacheca, e sei soddisfatta di quello che hai fatto.

A distanza di un anno, le cose potrebbero però ripetersi. Il programma Che sarà rischia la stessa sorte del programma Oggi è un altro giorno. E a quel punto la domanda sorge spontanea: cosa farà Serena Bortone? Traslocherà anche lei sul Canale Nove?

Il precedente di Nadia Terranova

In realtà non è la prima volta che un monologo scritto per andare in onda nella trasmissione Che sarà di Serena Bortone vada incontro alla mannaia della censura da parte della Rai. Il caso di Antonio Scurati e del monologo sul 25 aprile ha sollevato un’ondata di indignazione generale ma all’indomani di questo caso la scrittrice Nadia Terranova ha raccontato in un’intervista a Il Manifesto che anche il discorso da lei scritto sulle manganellate della polizia sugli studenti in corteo a Pisa ha avuto lo stesso destino.

La scrittrice ha dichiarato:

virgolette
La redazione mi aveva invitata a scrivere un monologo, che io stessa avrei dovuto leggere. L’ho fatto, ma il testo non è stato reputato adatto alla puntata. Sono rimasta abbastanza stupita quando mi è stato chiesto di cambiare il mio monologo.  A me sembra che quasi ci si aspetti una forma di autocensura. Quando ho raccontato questa vicenda alle persone che conosco mi è stato detto: be’, ma che ti aspettavi? Come se si desse per scontato che si possa essere scomodi ma solo fino a un certo punto. Ecco, per paradosso, quasi preferisco chi è dichiaratamente servile a chi accetta di essere scomodo ma solo un po’.

A differenza però di Scurati, il caso di Nadia Terranova non era stato portato alla luce: nessuna autodenuncia da parte della redazione né clamore pubblico.

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Giulia Bertollini
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