In manette solo per aver criticato il presidente della Tunisia Kais Saied. È successo a due giornalisti e ad un'avvocatessa nelle ultime ore: tutti i tre sono stati accusati di aver diffuso false informazioni per diffamare terzi ed offendere la loro reputazione.
È stata organizzata nella giornata di oggi 12 maggio 2024 una manifestazione a Tunisi, capitale del Paese, in solidarietà dei tre arrestati e con l'obiettivo di ottenere il loro rilascio nel breve periodo.
Il conduttore radiofonico Borhen Bssais e il commentatore politico Mourad Zeghidi sono stati fermati con l'accusa di diffondere fake news. Assieme a loro è stata fermata anche Sonia Dahmani, avvocatessa ed editorialista, tra le voci più critiche contro il presidente tunisino Kais Saied. La donna è stata fermata nella casa di un collega dove si era rifugiata.
Stando a quanto emerge dalle testimonianze dei media locali sembra che l'edificio sia stato preso di mira dalle forze speciali che hanno fatto irruzione all'interno della casa dove si trovava la donna per poi aggredire chiunque si trovasse all'interno. Anche gli inviati dell'emittente France 24 - sul posto per riprendere i fatti - hanno subito violenza da parte delle forze armate tunisine.
I recenti tre arresti sono i risultati del Decreto 54, promulgato nel settembre 2022 dal presidente Saied con la scusa di reprimere diffusione di notizie false contro la Tunisia. Si tratta di un provvedimento criticato dai difensori dei diritti umani perché permette l'incarcerazione degli oppositori del regime di Saied anche senza che questi commettano reati.
In un anno e mezzo più di 60 civili, tra cui giornalisti, avvocati e attivisti contrari alla presidenza di Saied, sono stati fermati. Il leader tunisino è al potere dal 2019 ma solo dopo due anni si è concesso i pieni poteri mettendo su un sistema di leggi - considerate liberticide - per indebolire l'opposizione.
Stamattina 300 persone si sono radunate a Tunisi per chiedere il rilascio dei tre detenuti politici. Una quarantina di attivisti sono stati arrestati dalle forze dell'ordine presenti in piazza per cospirazione contro la sicurezza dello Stato.