La dodicesima tappa del Giro d'Italia 2024 vede il gruppo salire sui muri fermani. La partenza avviene da Martinsicuro, in provincia di Teramo, per terminare a Fano. Il gruppo si dirige subito verso nord lungo la costa adriatica e aumentando gradualmente la difficoltà con quattro gran premio della montagna di quarta categoria lungo il percorso. Non è una tappa facile da interpretare, ma è probabile che si concluda con una fuga da lontano, dopo i 193 chilometri, con arrivo a Fano, che non ospita il Giro d'Italia dal 2012, quando vinse Mark Cavendish. L'ultima salita, Monte Giove, si presenta a meno di dieci chilometri dal traguardo e potrebbe essere decisiva.
I primi cinquanta chilometri della dodicesima tappa del Giro d'Italia 2024 sono completamente pianeggianti, con il gruppo che, partendo da Martinsicuro, costeggia il litorale adriatico fino a Civitanova Marche. Da lì inizia una serie di salite, alcune più impegnative di altre, che proseguiranno fino all'avvicinarsi del traguardo. Il primo tratto significativo è la salita di Recanati, lunga circa tre chilometri, culminante con il primo traguardo volante della giornata. Segue una discesa veloce e il percorso si dirige verso Osimo, dove si trova il primo GPM della tappa.
A quel punto siamo a metà gara. Dopo circa venti chilometri più tranquilli, inizia una serie di colline. I ciclisti affrontano consecutivamente i GPM di Monsano, Ostra e La Croce, tutti di quarta categoria ma con pendenze che occasionalmente superano il 10%. Nel mezzo di questi, c'è l'Intergiro, situato a Ripe, quando mancheranno 46 chilometri alla fine. Dopo la salita di La Croce, c'è un breve momento di respiro prima dello strappo di Mondolfo, breve ma impegnativo. Si continua a salire per qualche chilometro, poi si scende e si attraversano dieci chilometri pianeggianti, preludio all'ultima salita non categorizzata, quella al Monte Giove. Questo ultimo sforzo si conclude a meno di dieci chilometri dal traguardo di Fano della tappa odierna del Giro d'Italia, che verrà raggiunto dopo una breve discesa e 6500 metri senza ulteriori cambi altimetrici.
Sulla carta, sembra che l'epilogo più probabile per questa tappa sia quello di una fuga che possa andare in porto. Di conseguenza, l'attenzione dei favoriti si concentra sui corridori capaci di attaccare e fare la differenza in un finale combattuto. Uno dei nomi che spicca in questo contesto è Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), già vincitore di una tappa e protagonista di altre azioni, con il potenziale per un colpo finale nei chilometri conclusivi, nel caso la fuga non avesse successo. Inoltre, la squadra britannica potrebbe schierare anche Magnus Sheffield e Filippo Ganna, entrambi da tenere in considerazione per un attacco in questo tipo di scenario.
Un altro corridore da tenere d'occhio è Jan Tratnik (Visma|Lease a Bike), che ha dimostrato una buona forma e ora potrebbe cercare un proprio successo individuale, particolarmente avvantaggiato da un percorso che richiama le classiche del nord. Anche se in una condizione leggermente meno brillante, Attila Valter è un talento con ottime capacità. Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe) ha mostrato buone gambe e voglia di attaccare, ma la sua squadra potrebbe limitare la sua libertà d'azione, considerando la posizione attuale in classifica del compagno Dani Martinez.
Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) è un attaccante di razza e molto motivato, anche se sembra avere qualche problema di salute. Alcuni uomini dell'Astana Qazaqstan potrebbero essere ingolositi dal percorso di giornata, tra cui il campione italiano Simone Velasco, Christian Scaroni e il campione africano Henok Mulubrhan, tutti capaci di performare bene sui saliscendi marchigiani. Infine, la squadra kazaka ha anche Davide Ballerini, in ottima forma e che potrebbe giocare sia l'attacco da lontano che un finale tattico in un gruppetto ristretto.