Lazio rimandata, vietato dare voti. O almeno, Domenico Caso non ne da. L'ex tecnico biancoceleste (primo allenatore a sedere sulla panchina capitolina all'inizio dell'era Lotito nel 2004) è un fiume in piena. Ha sempre analizzato i fatti, quest'anno non ne ha visti. Tanti, troppi alti e bassi, che di fatto non hanno permesso a Caso di poter avere un giudizio completo sulla squadra. Prima Sarri, poi Tudor: modi di vedere calcio diversi, che non hanno permesso all'asticella di rimanere lineare.
Tutto questo a causa di una "mancanza di progettazione" secondo Mimmo Caso, senza di questo si "vivacchia, senza poter ambire a qualcosa di grosso". Non c'è stata la volontà di seguire, all'inizio, le volontà di Sarri, che hanno portato ad un campionato complicato, culminato con le dimissioni del mister toscano. "E le responsabilità se le devono prendere anche i giocatori per questo, non salvo nessuno", afferma Domenico Caso in esclusiva a Tag24.
La fine della stagione, dopo l'1-1 contro l'Inter e in attesa dell'ultima casalinga contro il Sassuolo, equivale alle pagelle. Un anno messo sotto la lente d'ingrandimento, dove vengono analizzati i pro e i contro. Ma la Lazio non può avere voto secondo Domenico Caso, tutto rimandato al prossimo anno.
D: Che voto darebbe alla Lazio?
R: Credo che non sia il caso di dare voti, ci sono state delle situazioni per cui la società deve prendere atto, a partire dalla conduzione tecnica precedente e fare le dovute valutazioni. Il presidente e i collaboratori devono tirare le somme per programmare il futuro, in questo contesto attuale di voti non se ne possono dare. Bisogna ascoltare quelle che saranno le richieste di Tudor, che ha già detto di avere un gruppo dove molti si adattano al suo modo di giocare, ora sta alla società cercare di organizzare al meglio per poter rinforzare la rosa ancora di più.
D: Ma c'è qualcosa che le è piaciuto di questa stagione?
R: Non faccio questo tipo di analisi, posso dire solo che bisogna fare tesoro dell'esperienza. Quando si manda via un allenatore come Sarri vuol dire che qualcosa di sbagliato ci sarà stato, quegli errori che non dovranno essere fatti nel futuro. L'annata non è stata bella, nonostante si potrebbe entrare in Europa League, ma ci sono stati troppi alti e bassi che hanno portato a poco equilibrio ed affidabilità.
E' mancata programmazione in casa Lazio secondo Domenico Caso. Che ha portato alle dimissioni di Maurizio Sarri e che deve per forza portare ad uno scossone. Altrimenti il rischio è quello di vivere sempre in una zona grigia.
D: Salva qualche giocatore?
R: No, perchè quando accadono queste cose tutti finiscono nel calderone, non si salva nessuno. Facile mandare via l'allenatore (Sarri), ma i giocatori devono farsi un esame di coscienza, quindi non salvo nessuno. La speranza è che adesso Tudor e la società possano programmare, cosa che è mancata. Sarri si è lamentato spesso e volentieri di non aver a disposizione giocatori che aveva richiesto, dunque serve un rapporto tecnico-società per mettere in piedi un progetto serio; se poi non si accontentano le volontà del tecnico è un problema, perchè la dirigenza non si può sostituire alla conoscenza tecnica dell'allenatore.
D: E' fiducioso in vista dell'anno prossimo?
R: Non serve nulla ipotizzare, servono i fatti. Quando escono fuori situazioni in cui un allenatore si lamenta, vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Se la Lazio non arriva a programmare credo che stagnerà in zone grigie, senza porsi obiettivi importanti.