Tutto cambia davanti allo schermo di un cellulare. I social media hanno trasformato e distorto la percezione della bellezza e dell'estetica. La pubblicità, i post, il numero di follower, ogni giorno influenzano profondamente l'autostima e il benessere psicologico delle persone oltre la tastiera.
In un'intervista esclusiva con Tag24.it, la dottoressa Susanna Grassi, psicologa esperta in psicologia estetica, ha discusso e approfondito i pericoli dei modelli estetici idealizzati, con particolare attenzione al fenomeno del bullismo online.
La vicenda di Lauren Fryer, fidanzata del calciatore dell'Arsenal, Declan Rice, costretta alla fine del mese di aprile 2024 a cancellare i suoi post su Instagram, stanca dei continui insulti e body shaming, ha offerto uno spunto per riflettere su dinamiche letali per la nostra autostima e che, continuamente, sanno ledere alla psicologia dei più e dei meno famosi.
Durante l'intervista, è emerso uno degli esempi più studiati per analizzare il fenomeno haters che colpisce "a partire dall'estetica" è quello del caso Chiara Ferragni, sempre prima insultata fisicamente e poi moralmente, dopo il caso del Pandoro-gate.
"Sui social si riversa molta cattiveria." Con queste parole, la dottoressa Grassi ha commentato l'esperienza di Lauren Fryer, sottolineando come i social media siano diventati uno sfogo per le frustrazioni personali.
D: Un commento da specialista sulla vicenda di Lauren Fryer, fidanzata del calciatore Declan Rice, che si è sentita costretta ad eliminare le sue foto da Instagram, per via dei commenti velenosi, influenzati dagli standard di bellezza diffusi online?
R: Sui social si riversa molta cattiveria. Alcune persone sfogano le proprie frustrazioni, insicurezze, infelicità con commenti su qualsiasi argomento. Ognuno si fa giudice, senza tentare di analizzare quello che la persona vuole trasmettere. E’ un modo di comportarsi "da haters".
Nel caso della fidanzata del calciatore, c'è un discorso di body shaming: molti si aspettano che le fidanzate di questi sportivi seguano gli standard estetici imposti alle modelle o alle attrici, ma, nel momento in cui si trovano a che fare con una persona normale, che non risponde perfettamente a questi standard, subito utilizzano questo pretesto per abbandonarsi alla cattiveria.
Sul tema della body positivity si è detto moltissimo: Io credo che sia giusto contrastare il bullismo da rete, gli haters, la discriminazione, però è anche bene non fare del sovrappeso un modello sano di vita. Però, in questo caso, la persona messa al centro delle polemiche è una donna che semplicemente non rientra in determinati standard.
Secondo quanto ci spiega approfonditamente la psicologa, "Una relazione è fatta da due persone che si incontrano, che decidono di stare insieme perché condividono dei valori, si piacciono. Questo calciatore ha deciso di portare avanti una relazione senza il bisogno di mostrare un trofeo.
In molte occasioni, invece, questi sportivi scelgono una donna che soddisfi certi standard estetici, per poterla esibire, come se la sua presenza valorizzasse maggiormente il ruolo pubblico. A volte, si ha l’idea che una compagnia del genere aumenti il valore stesso di una persona, ma non c’è nulla di più sbagliato.
Nel caso specifico della ragazza che sta con il calciatore, magari è soddisfatta e ha una relazione appagante. Tuttavia, tutto questo è stato messo in ombra, perché la gente non la considera all’altezza di stare con un atleta famoso.
Ma nessuno si è mai chiesto, invece, il contrario. Ovvero se questa ragazza è una persona plurilaureata, ad esempio, con una grande mente: perché non ci si chiede se il livello culturale del calciatore può raggiungere quello di una persona del genere? Si fa spesso una valutazione meramente estetica."
Non sono mancati, nel corso della discussione con l'esperta, riferimenti al caso di Chiara Ferragni, bersagliata online, dai commenti alle critiche di tipo morale, a quelle prettamente fisico-estetiche, che vanno oltre i limiti strettamente riguardanti lo scandaloso pandoro-gate.
Per l'imprenditrice non sono mancate minacce di morte mirate a lei, al marito Fedez e persino ai figli. Cosa spinge l'utente a toccare certi livelli? L'esperta Susanna Grassi ha descritto così fenomeni di questo tipo:
"Avevo già scritto un post su Chiara Ferragni, riguardo questo fenomeno: il modo in cui oggi gli utenti dei social si sfogano tramite i loro commenti contro persone che non conoscono, come se cercassero un pretesto per poter manifestare la loro rabbia per qualcuno che non può rispondere, che non si può difendere e perché non hanno davanti la persona.
Ogni utente è libero di commentare ed esprimere un giudizio negativo sull'accaduto o il proprio dissenso (per il caso del Pandoro gate n.d.r.), è la cattiveria dilagante ad essere insensata e preoccupante. "
D: Cosa pensa, a questo proposito, dell'esposizione personale sui social, è un pericolo?
R: Dipende da che cosa si intende per esporsi a livello pubblico. Sono favorevole ad un’esposizione legata all’ambito professionale, mentre sostengo che la vita privata debba essere mantenuta riservata. Se, poi, la persona desidera condividere anche momenti più intimi, si deve essere consapevoli del fatto che ci si espone agli attacchi.
Si deve fare con consapevolezza: questo non vuol dire che sia un errore condividere la propria vita, ma si sbaglia nel momento in cui si rimane sorpresi di trovare qualcuno che attacca e insulta pubblicamente.
D: Quali sono, secondo lei, i potenziali effetti psicologici del confronto costante con questi modelli estetici idealizzati presenti sui social media?
R: Psicologicamente è devastante per una persona sapere di non corrispondere a determinati modelli.
Ci sono moltissime persone normopeso, o semplicemente curvy, che hanno un leggero sovrappeso, la cui autostima viene minacciata quotidianamente da questi modelli, perché oggi viviamo in un mondo altamente demanding, che ci chiede di essere sempre altamente performanti e sempre all'altezza della situazione, in tutti i contesti. Questo discorso non riguarda soltanto il campo estetico, ma le prestazioni in ogni ambito della vita.
La perfezione è un modello sempre più presente ed è estremamente pericoloso, perché nessuno può essere perfetto: bisogna, piuttosto, accettarsi per quello che si è, con i propri limiti, con i propri difetti, per valorizzare i propri pregi.
E' ovvio che sia dannoso continuare a trasmettere esempi del genere a delle giovani ragazze nel pieno della crescita, che stanno costruendo una loro identità e che già vivono le loro incertezze legate all'appartenenza sociale.
Come ha continuato a spiegarci l'esperta, "Oggi l'appartenenza sociale e al gruppo sono diventate ancora più importanti rispetto al passato. In questo caso, non si parla soltanto di un gruppo fisico come quello, ad esempio, di una compagnia di amici".
Il gruppo è una presenza quotidiana, perché sui social si è costantemente giudicati da qualcuno e anche lì c'è sempre il bisogno di appartenere ad un gruppo, anche a livello mediatico e sociale. Inoltre, l’insicurezza è molto presente, anche per le famiglie, a loro volta, pretenziose. Il genitore, infatti, vuole che il figlio cresca senza alcun problema: non vuole che sia vittima di bullismo o che sia allontanato e discriminato da certi ambienti sociali e lavorativi, dunque, spinge il bambino ad essere sempre più bravo, migliore, performante, bello, accettabile.
L'accettabilità sociale è diventata una pressione molto forte per gli adolescenti e i modelli di riferimento proposti rischiano di essere dannosi, perché tutte quelle persone che non si rispecchiano in quel modello possono crollare, qualora abbiano un'autostima un po' fragile.
Questo aumenta il loro stato di disagio, di inadeguatezza. Si riscontra anche in persone che non hanno problemi di peso, ma che semplicemente non sono attraenti come determinati modelli proposti.
Dopo tanti esempi e approfondimenti su casi come questi, nel corso dell'ultimo anno, ci si chiede se la soluzione per non vivere, o vedere certi attacchi, è decidere di disintossicarsi dai social. La psicologa ha illustrato il rimedio: un lavoro sull'autostima. La mente è l'unica arma per stare bene davanti a certi attacchi e, come sempre, la terapia è sempre tra i primi consigli per prenderci cura di questo aspetto:
"Allontanarsi completamente dal mondo social non è una soluzione. Lo è riuscire a lavorare il più possibile sulla propria coscienza e rafforzare la propria autostima, a tal punto che certi messaggi non possano veramente ferire. Bisogna considerarli messaggi di persone che hanno bisogno di sfogare la loro frustrazione.
Io non sono contraria all’idea che Lauren Fryer abbia deciso di togliere le sue foto, ma, se le avesse mantenute, non lo avrei neppure considerato un errore: sono scelte personali, che dipendono da quanto si riesca ad accettare determinati interventi. Inoltre, il non riuscire a vedere dei commenti non significa non meritare attenzione o stima, o essere persone deboli.
Si devono affrontare delle problematiche. Inoltre, bisogna rispettare la fragilità di ognuno."
Approfondiamo ancora il mondo del digitale e delle apparenze, con il fenomeno delle "sephorakids".