Si chiamava Tomas Franchini e aveva 35 anni l'alpinista trentino che da due giorni risultava disperso sulle Ande, in Perù: nelle scorse ore è stato trovato morto. Il fratello, con cui condivideva la passione per la montagna, ne ha dato notizia sui social, ricordandolo come "il migliore di tutti".
I fatti risalgono a domenica 2 giugno. Stando a quanto ricostruito finora, Tomas Franchini sarebbe precipitato nel vuoto dopo che la cornice di neve e roccia che stava scalando per raggiungere la vetta del monte Cashan, a oltre 5 mila metri di quota, si sarebbe distaccata all'improvviso, non dandogli il tempo di mettersi in salvo.
Con lui c'era l'amico e compagno di cordata cileno Cristobal Señoret Zobeck, che subito aveva dato l'allarme. Le ricerche erano partite nell'immediato: poche ore fa è arrivata la notizia del ritrovamento del corpo senza vita del 35enne.
Classe 1989, Franchini, originario di Madonna di Campiglio, era un portento, nel suo settore: il fratello Silvestro, che con lui condivideva la passione per la montagna e per le scalate, lo ha definito "il migliore di tutti". Alle spalle, in effetti, avrebbe imprese grandiose.
Nel 2019, secondo il Corriere della Sera, avrebbe portato a termine in solitaria la salita della parete Est del monte Lamo She in Cina, fino ad allora inviolata; ancor prima, nel 2017, avrebbe raggiunto la vetta del Monte Edgar, sempre sui seimila, aprendo in solitaria una via della parete ovest e ottenendo la candidatura al Piolet d'Or, l'Oscar dell'alpinismo.
Non poteva sapere che alla fine avrebbe perso la vita facendo ciò che amava. In un video diffuso da Rai News diceva: "A fare questo tipo di esperienza ho imparato che basta poco, solamente le cose che ci servono, e siamo contenti".
"Sei andato a fare compagnia al nostro amico Franz, che ci diceva: 'Siete fatti per arrampicare assieme e solo voi due'. Uniti eravamo invincibili, ma ci siamo separati, le cose facili non ci sono mai piaciute... Ora piango e sento un vuoto, ho voglia di toccarti, non potrò mai più farlo, mi manca il respiro", le commoventi parole che il fratello ha affidato ai social dopo aver saputo che la sua salma è stata recuperata.
"I soccorritori hanno fatto fatica a trovarti perché guardavano per terra, dovevano guardare in cielo", aggiunge nel post. "Hai vissuto poco, ma hai lasciato il segno. In montagna eri il migliore di tutti, con margine". Silvestro, questo il suo nome, ha poi rivolto un pensiero all'amico che era con Tomas al momento della tragedia. "Grazie", gli ha scritto, "hai sofferto più di tutti".
E ci ha poi tenuto a ringraziare la squadra di recupero Guias de montana peruviana impegnata nelle ricerche, fin da subito complicatissime. Lui e il 35enne nel 2018 quella scalata l'avevano fatta insieme. Nella montagna, come nella vita, erano uniti; ora le lo strade si sono separate. Tra coloro che gli stanno mostrando solidarietà, sui social, c'è chi scrive, riferendosi al fratello, che la montagna sentirà la sua mancanza.
La sua storia è simile a quella dell'alpinista che all'inizio di maggio è morto sul monte Paramont, a La Salle, in Valle d'Aosta. Si chiamava Denis Trento, aveva 41 anni e nel settore - come il 35enne trentino - era molto conosciuto. A differenza di Franchini era uscito in solitaria: a dare l'allarme, preoccupati per il suo mancato rientro, erano stati i familiari. Poi le ricerche, conclusesi nel peggiore dei modi.