La nuova stagione è romai alle porte e quella della Lazio si è aperta con la presentazione di mister Baroni. Accanto al nuovo tecnico, in conferenza stampa, c'era il presidente Lotito che ha subito sottolineato che quella di Baroni è stata una scelta ragionata e voluta e poi ha aggiunto: "Non stiamo ridimensionando ma riorganizzando". I dubbi dei tifosi però restano molteplici e anche l'allenatore sa bene che non troverà un ambiente semplice. "E' il momento più alto della mia carriera" - ha ammesso il mister, che poi ha anche aggiunto - "Amo le sfide. La mia squadra non deve giocare per sé stessa ma per la gente, per i tifosi, lo devono percepire". Per commentare il momento della Lazio e la presentazione di Baroni, Luigi Martini, campione d'Italia nel '74 con la Banda Maestrelli, è intervenuto in esclsuiva a Tag24.
L'era di Marco Baroni alla guida della Lazio è iniziata ufficialmente. Il nuovo mister si è presentato in conferenza stampa, accompagnato dal presidente Lotito, ed entrambi hanno risposto alle domande dei giornalisti. Il tecnico è sembrato concentrato e determinato, ma l'aria resta pesante e l'ambiente ostico. La contestazione dei tifosi, che continuano a vivere questa estate come un ridimensionamento, rispetto al ciclo Sarri, non si arresta. Baroni però è convinto di poter trasformare i fischi in applausi. Nel centro sportivo di Formello ha accolto la squadra, ha conosciuto i ragazzi ed è pronto a mettersi al lavoro. Dal mercato sono già arrivati alcuni rinforzi, ma il diesse Fabiani promette ancora qualche colpo e valuta la possibile cessione di Immobile. Per commentare il momento della Lazio e la presentazione di Baroni, Luigi Martini, che ha vestito la maglia biancoceleste, è intervenuto in esclsuiva a Tag24.
D: Oggi Baroni si è presentato, che impressione ti ha fatto? Come hai visto il mister?
R: Baroni mi sembra un'ottima persona. E' pacato, riflessivo, parla bene. Credo che abbia tutte le carte in regola per essere un buon allenatore per la Lazio, in una città complicata come Roma. Ha fatto molto bene con il Verona, seppur con scarsi mezzi tecnici a disposizione. Questo ha un valore importante perchè evidentemente sa motivare il gruppo e ha saputo motivare bene questa squadra. Parliamo di un gruppo che tutti davano per retrocesso e lui invece ha fatto ottime cose.
D: La contestazione nei confronti della società e nel dettaglio di Lotito non si arresta. Come si ricuce questo rapporto?
R: Questo rapporto lo può ricucire solo Lotito. E' una contestazione che dura da molto tempo, io direi troppo. I contendenti dovrebbero fare un passo, l'uno verso l'altro. Si deve tornare ad essere un gruppo coeso. Società e tifosi devono andare nella stessa direzione per raggiungere quegli obiettivi che tutti vorrebbero e che la squadra insegue da tanto.
D: La Lazio si è già mossa sul mercato, come valuti le operazioni concluse? Quale deve essere l'obiettivo di questa squadra?
R: Ha portato a casa dei giovani importanti e spero che siano quelli giusti. Sanno giocare a calcio, ma mi auguro che abbiano il carattere vincente, che serve per fare bene in una piazza importante come Roma. Quello su cui bisogna insistere però, è una punta che sappia fare gol. La Lazio ha bisogno di qualcosa in più lì davanti, e lo dico con grande rammarico nei confronti di Immobile. E' il più grande di tutti e per lui parlano i numeri, ma è arrivato il momento di guardarsi intorno. Ha bisogno di nuovi stimoli, al di fuori della Lazio, per chiudere in bellezza.
D: A proposito di questo ci sarebbe un'offerta concreta del Besiktas per Immobile. Che ne pensi? E' arrivato il momento di cederlo?
R: Oggi non so più se è il giocatore che vuole andare via o la Lazio che vuole cederlo. Se io fossi Immobile in Turchia non ci andrei, per il modo di interpretare il calcio. Penso che lui possa puntare su qualcosa di qualità più alta. Detto questo, è chiaro che sarebbe solo una sua scelta.
D: Se Immobile dovesse andar via, punteresti su Catellanos o ti aspetti un nome più importante?
R: Tutto è possibile, ma serve qualcosa di più sicuro. La questione è che vanno spesi i soldi e bisogna vedere se nel piano economico del club c'è questa possibilità. L'obiettivo è sempre il quarto o il quinto posto? Puntiamo al salto di qualità? Allora serve un attaccante in grado di dare maggiori garanzie. Ci vuole un centravanti che la butti dentro una settimana sì e l'altra no.