Leonardo Bonucci torna a parlare della separazione con la Juventus. L'ex difensore azzurro, ospite al podcast "Passa dal BSMT", ha ripercorso gli ultimi giorni in bianconero prima dell'addio. L'ex Milan non ha risparmiato critiche, svelando i dettagli del turbolento rapporto con mister Allegri. Nel corso della chiacchierata non è mancato un accenno al mancato passaggio alla Roma, che sembrava essere davvero ad un passo.
Juventus, Bonucci contro Allegri: "Non c'è mai stato un confronto"
L'intervista a Bonucci non poteva che iniziare con Massimiliano Allegri, allenatore con cui ha sempre avuto un feeling complicato. E se il celebre sgabello di Porto ha rappresentato il punto più basso del loro rapporto, gli ultimi mesi a Torino non sono stati migliori.
L'ultimo rapporto che ho avuto è stato dopo la partita a Udine. Ci siamo salutati dopo essere rientrati dalla trasferta, come sempre a fine stagione. Poi anche quand'ero al centro sportivo non c'è mai stato un confronto. Come se per lui fossi un estraneo. L'addio alla Juventus a me è stato comunicato dal direttore. Ma se c'era una persona che poteva farlo doveva essere lui: abbiamo fatto otto anni insieme. Io me ne sono dovuto andare quasi scappando perché qualcuno aveva deciso che doveva andare così, è stata una manifestazione di un singolo che non meritavo. Mi sembrava quasi uno scherzo, dopo più di 500 partite ricevere il ben servito così. Forse il mio percorso alla Juventus non è ancora terminato, quando penso di voler fare l'allenatore penso a quella panchina lì. Sogno? Si, di arrivare a sedermi su una panchina importante come la Juventus, mi piace pensare che questa storia non sia finita. Lo sgabello in Porto-Juventus
Nel corso della lunga intervista l'ex difensore della nazionale ha approfondito anche la tanto chiacchierata esclusione contro il Porto. Bonucci venne spedito in tribuna per assistere alla partita seduto su uno sgabello. Una scena ripresa da tutti i giornali che, ancora oggi, viene ricordata dai tifosi bianconeri.
La discussione era nata perché io dicevo dal campo di sostituire Claudio Marchisio che era rientrato dall'infortunio al ginocchio e andava tolto in previsione dell'ottavo di Champions. Per noi Claudio era un giocatore fondamentale e quindi urlavo dal campo di cambiarlo anche se lui non voleva uscire. E Allegri cambiò Rincon con Sturaro. A quel punto io urlai: 'Ma devi cambiare Claudio perché non ce la fa più, è morto! Giochiamo fra tre giorni!' Non so se Allegri ha capito qualcosa di diverso. Ci furono urla pesanti in campo e poi tutto si trasferì nello spogliatoio.
Il mancato approdo alla Roma
Un passaggio anche sul trasferimento alla Roma, che lo scorso inverno sembrava essere a un passo. Come raccontato dallo stesso Bonucci, la tifoseria giallorossa ha avuto un ruolo chiave opponendosi alla trattativa.
L’anno scorso il passaggio alla Roma è saltato perché i tifosi dicevano: "No, uno juventino con la maglia della Roma non si può vedere". Io sono sempre stato juventino, ma quando scendo in campo gioco per la maglia che indosso.