La notizia era nell'aria ormai da settimane e adesso è diventata realtà: Alessandro Buongiorno oggi è arrivato a Roma, ha svolto le visite mediche e presto sarà un calciatore del Napoli. Una cessione importante per la piazza e per il Torino, che ora dovrà pensare a muoversi in entrata. Vanoli intanto si è messo al lavoro. Sa che dovrà alzare l'asticella e che la piazza vuole risposte immediate. Per commentare il passaggio di Buongiorno dal Torino al Napoli, mister Dossena, ex bandiera granata, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Ci siamo: Alessandro Buongiorno è pronto a mettere la firma sul contratto che lo legherà al Napoli per le prossime cinque stagioni. La trattativa è stata lunga e faticosa, con l'Inter che ha provato ad inserirsi facendo vacillare le certezze del difensore granata, ma alla fine la scintilla è scoccata. Oggi ha effettuato le visite mediche di rito e dopo aver siglato l'accordo, andrà in vacanza ancora per qualche giorno, prima di mettersi a disposizione di mister Conte. I tifosi azzurri festeggiano l'arrivo di un prospetto importante in difesa, mentre quelli del Toro perdono un pezzo pregiato e soprattutto un prodotto del vivaio, da sempre attaccato a questi colori. Per commentare il passaggio di Buongiorno dal Torino al Napoli, mister Dossena, ex bandiera granata, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
D: Partiamo dalla cessione di Buongiorno, che ne pensa? È arrivata nel momento giusto?
R: E' sempre il momento giusto quando un giocatore ha capacità e qualità. Il Torino perde moltissimo, ma ormai è difficile trattenere i giocatori. Non è più possibile farlo e i club sono sempre svantaggiati in questo senso, perché i giocatori vanno sempre dove decidono di andare. Ormai non si può più trattenere nessuno ed è utopistico pensare che un club decida di andare contro la volontà di un calciatore. Bisogna invece usare il buon senso per trovare un accordo che soddisfi tutti. La cosa fondamentale è negoziare, e non si può fare altro.
D: Buongiorno è cresciuto nel Torino e questo è un distacco pesante. Quanto conta anche l'aspetto emotivo?
R: A far la differenza sono sempre gli atteggiamenti personali. Non è certo il caso di Buongiorno, ma mi auguro di non assistere più ai baci sulla maglia e a chi si batte il petto sotto la curva. Questi ragazzi sono dei professionisti e sono obbligati a dare tutto ciò che possono, qualunque maglia vestano. L'amore e la dedizione devono essere messi in campo.
D: Quanto può crescere ancora questo ragazzo sotto la guida di Antonio Conte?
R: Tanto sul piano del lavoro, della disciplina e della dedizione e tantissimo sul piano tecnico. Sarà una crescita morale e sportiva molto importante per lui.
D: E' pronto per un club come il Napoli?
R: Non lo conosco personalmente, ma le maglie pesano e pesano anche i tragitti da casa alle sedute di allenamento. Spesso pesa entrare in uno spogliatoio fatto di gente di grande personalità. Devi essere pronto sotto tutti i profili. Quel che è certo però, è che dal punto di vista tecnico lo è sicuramente.
D: Una cessione importante per le casse del Torino, che ottiene però un bel tesoretto. Che tipo di mercato si aspetta adesso dalla squadra di Cairo?
R: Questo dovremmo chiedere al presidente perché io i conti in tasca non li faccio a nessuno. Ritengo che, in assenza di denari, la differenza la fanno le idee e i progetti. Sanno benissimo cosa vogliono e devono fare. Questa è una squadra che lo scorso anno non ha fatto male e non credo che sul mercato si voglia fare molto. Sarebbe utopistico pensare di fare follie, per poi rimanere soltanto nella parte sinistra della classifica.
D: I tifosi però vorrebbero tornare a lottare per l'Europa...
R: Lo so, ma è un obiettivo a cui si può arrivare a prescindere, perché adesso sono di più i posti disponibili. Detto questo però, capisco che non si possono fare follie. La cosa fondamentale è sempre avere idee e la perfetta capacità di scouting. Solo così si possono raggiungere gli obiettivi, senza doversi svenare.
D: A proposito di idee, Vanoli ha le idee giuste?
R: Non lo conosco personalmente e i dubbi nei suoi riguardi sono legittimi, considerato che si tratta della sua prima esperienza in Serie A. Lo scorso anno però ha fatto un campionato di qualità. L'allenatore è forte se la società che ha alle spalle è forte. È la condivisione, l'aiuto, il sostegno che riceve dal club, a fare la differenza. Il mister non può pensare di essere più forte dei calciatori perché oggi come oggi la squadra non è la sua. Si deve mettere a disposizione della società e fare un percorso insieme. Questi ragazzi sono forti e preparati, anche se ognuno poi ha la propria idea di calcio.