Avrebbe voluto salutare in modo diverso, magari in un Olimpico pieno, tutto per lui, ma non è stato possibile. Ciro Immobile ha lasciato Roma e lo ha fatto con un videomessaggio toccante e sentito. Non vestirà la maglia della Lazio nella prossima stagione, e ha accettato la proposta del Besiktas per rimettersi in gioco, in un campionato diverso, ma il suo sogno è quello di tornare, prima o poi, magari in una veste diversa. Mister Baroni dovrà fare a meno di lui e chissà che il club non decida di fargli un altro regalo dal mercato per l'attacco. Intanto la squadra si sta allenando ad Auronzo di Cadore, dove sta andando in scena il ritiro estivo. Per commentare l'addio di Immobile alla Lazio, Angelo Gregucci, ex calciatore biancoceleste, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La notizia era nell'aria ormai da giorni, ma poi ieri sera è arrivata l'ufficialità: Ciro Immobile non è più un calciatore della Lazio. Dopo 8 anni e 207 gol segnati, numero che lo rende l'attaccante più prolifico della storia biancoceleste, è arrivato per lui il momento di intraprendere un percorso diverso. Giocherà in Turchia, con la maglia del Besiktas e al suo arrivo ad Istanbul ieri sera è stato accolto proprio come una star. Aveva bisogno di nuovi stimoli, dopo la stagione complicata che si è appena conclusa e d'accordo con il presidente Lotito, ha preferito allontanarsi da Roma. Una decisione tutt'altro che semplice, considerando che nella capitale si è da subito sentito a casa. Per commentare l'addio di Immobile alla Lazio e il mercato del club, mister Angelo Gregucci è intervenuto in esclusiva a Tag24.
D: Cosa rappresenta per l'ambiente Lazio l'addio di Ciro Immobile? Il suo ciclo alla Lazio era finito?
R: Di sicuro, se andiamo sui dati oggettivi, lascia il capocannoniere più grande della storia della Lazio. Conosco Ciro e l'ho seguito in tutta la sua carriera e allenato in Nazionale e con lui si chiude un'era, che è quella di Inzaghi. Abbiamo iniziato a perdere la nobiltà di quella squadra da quando è andato via Lucas Leiva e ora è partito anche il capitano. Prima del covid, non lo dimentichiamo, quella squadra stava lottando per fermare il cannibalismo della Juventus. Ciro in Turchia chiude quel cerchio. E' stato un periodo vittorioso e ora la Lazio deve ripartire da nuovi progetti. La gratitudine e il rispetto che si ha per certi personaggi rimarrà per sempre perchè il laziale difficilmente dimentica la storia, lo dico per esperienza.
D: Come si sostituisce uno così? Ti aspetti che la Lazio si muoverà sul mercato per prendere un nome importante?
R: Si sostituisce solo comprando un grande profilo. Mi sembra di capire che c'è grande difficoltà nel reparto offensivo, ma non solo per la Lazio. Prendere un calciatore che fa 30 gol all'anno è difficilissimo, a meno che non ti presenti con tanti soldi. Io preferisco sempre intraprendere la strada del Borussia Dortmund che negli ultimi 20 anni ha preso giocatori sconosciuti e li ha valorizzati al massimo. Bisogna prendere un grande profilo giovane, che abbia grandi potenzialità. La cosa fondamentale è che ci sia calma e programmazione.
D: Per la fascia di capitano si fa il nome di Cataldi, che ne pensi?
R: Non si può non parlare di Cataldi e Romagnoli per quel che riguarda la fascia di capitano. Dobbiamo scegliere qualcuno che abbia senso di appartenenza. Uno ci è nato in questo club e l'altro ha sottolineato di essere laziale anche quando vestiva la maglia della Roma. E' stato un atto di coraggio e Alessio ha avuto gli attributi. Danilo invece è l'ultimo prodotto del settore giovanile degli ultimi 15 anni e questa cosa mi sembra terrificante. La Lazio andrà avanti anche nelle tragedie, come ha sempre fatto, ma serve spirito di appartenenza.
D: Intanto la squadra ha iniziato il ritiro, come ti sembra Baroni e quali sono le tue aspettative sulla prossima stagione?
R: Eccellentissimo professionista e uomo per bene. Negli ultimi anni ha fatto dei piccoli capolavori e si è asoslutamente meritato questa chance.