"Per le disuguaglianze Italia ferma dal 2005: la società è bloccata" è il titolo di un articolo del Sole-24 Ore in cui si spiega che i fattori ereditari continuano a giustificare quasi il 40 per cento dei divari di reddito. "Una fotografia statica - scrive Margherita Ceci -. Il fatto che non siamo il fanalino di coda in Europa non deve trarre in inganno: l'Italia negli ultimi 20 anni non ha mostrato variazioni in fatto di disuguaglianze di opportunità. Un dato all'apparenza positivo, non c'è stato un peggioramento, ma che cambia volto se lo si guarda da un punto di vista politico".
L'analisi è spietata: "Nessuna strategia di governo è stata in grado di agire sulle disparità sociali ereditarie". Il dato arriva dal Global estimates of opportunity and mobility ma lo aveva capito bene Piero Calamandrei già nel 1950, quando ad un convegno sulla scuola disse: "La democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità. Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale.
La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali". E citò l'articolo 34 della Costituzione: "La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi". I fattori di partenza come luogo di nascita e situazione familiare determinano ancora le disuguaglianze.