E' stata una battaglia, ma alla fine è l'Argentina ad aggiudicarsi la Copa America. Decisivo il gol di Lautaro Martinez che, al 112' , sfrutta alla perfezione l'assist di Lo Celso, e segna la rete che vale il trofeo. Quarto titolo in tre anni per la Selecciòn guidata da mister Scaloni, e classifica capocannonieri vinta dal capitano interista. Inzaghi, che ha appena firmato il rinnovo di contratto fino al 2026, non vede l'ora di poter riabbracciare il Toro, e nel frattempo lavora con il resto della squadra e con i nuovi acquisti. Per commentare il mercato dell'Inter e la vittoria della Copa America per Lautaro Martinez, Antonio Paganin, ex calciatore nerazzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Dopo aver vinto da assoluto protagonista lo scudetto con la maglia dell'Inter, Lautaro Martinez si conferma a livello mondiale e trascina la sua Argentina verso la conquista della Copa America. Un gol importantissimo, siglato al 112' contro la Colombia, che vale il trofeo per la squadra di Scaloni, ancora una volta sul tetto del mondo. L'Albiceleste ha aperto un ciclo vincente da far invidia, e non intende fermarsi più. Festeggiano anche i nerazzurri, che ritroveranno sicuramente un capitano soddisfatto e orgoglioso, pronto ad iniziare a lavorare in vista della prossima stagione, ovviamente dopo essersi goduto qualche giorno di vacanza. Per commentare il mercato dell'Inter e la vittoria della Copa America per Lautaro Martinez, Antonio Paganin, ex calciatore nerazzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
D: Lautaro Martinez segna il gol decisivo che vale la Copa America per l'Argentina. Adesso è ufficialmente uno dei più forti al livello mondiale?
R: Assolutamente sì, e il suo gol è stato un fantastico spot per lui e per il nostro calcio, perché fa seguito alla vittoria dello scudetto con la maglia dell'Inter. Tutto questo certifica la grandezza di questo giocatore che, con il passare degli anni, ha acquisito quella leadership in Italia, con la maglia nerazzurra ma anche con la sua Nazionale. È chiaro che con l'Argentina c'è sempre Messi, che non è mai un partner da sottovalutare, ma non possiamo più dire che questo ragazzo non abbia fatto un salto di qualità incredibile. Da interista sono molto contento per lui e sono sicuro che, al suo ritorno in Italia, troveremo un giocatore davvero molto motivato.
D: L'Argentina negli ultimi anni ha dimostrato di essere una macchina da guerra, quanto è stato importante l'arrivo di Scaloni?
R: Fondamentale, e questo è un messaggio molto forte da mandare al mondo del calcio. La storia recente dell'Argentina fa capire quanto sia ancora importante la guida tecnica. Serve un allenatore che si sappia fondere bene con l'ambiente e capace di entrare nella testa dei giocatori. Scaloni ha portato anche delle idee importanti. Ho visto giocare l'Argentina e ha un'identità precisa, sfrutta bene la rosa che ha a disposizione, non è integralista a livello di modulo ed è capace di valorizzare il prodotto alla perfezione. Questa Nazionale sforna talenti ad ogni generazione.
D: L'Inter nel frattempo si sta muovendo sul mercato. Cosa ne pensi dei colpi chiusi finora?
R: Non c'era bisogno di fare tantissimo, perché parliamo di una squadra che ha vinto il campionato con largo anticipo. Questo significa che era nettamente in vantaggio rispetto alla concorrenza che oggi si sta rinforzando, ma ho l'impressione che l'Inter sia ancora la squadra da battere. La differenza può farla la fame, che talvolta viene a mancare quando le squadre iniziano a vincere. Non penso però che questo sia il caso dei nerazzurri. Non credo che vedremo un gruppo con la pancia piena, ma una squadra che vorrà spingere ancora sull'acceleratore.
D: Si continua a parlare di Gudmundsson, un profilo seguito da mesi. Ti piace?
R: A me piace molto, devo essere sincero. Se l'Inter ha messo gli occhi su questo ragazzo qui, vuol dire che ci vede, non solo per il presente ma anche per il futuro, un prospetto adeguato. Questa dirigenza si è sempre mossa con largo anticipo per trovare giocatori in grado di dare continuità nell'arco degli anni. Se non dovesse essere quest'anno, mi aspetto un'opzione per la prossima stagione, e magari nel frattempo lui potrebbe consacrarsi. Vedremo come vorrà muoversi la società.
D: Ufficiale il rinnovo di contratto di Simone Inzaghi, un'operazione quasi obbligatoria per quanto fatto sul campo?
R: Inzaghi ha meritato sul campo questo rinnovo. Onestamente non mi nascondo, sono stato uno di quelli scettici al suo arrivo sulla panchina nerazzurra. I risultati delle prime stagioni non erano in linea con le aspettative e le sconfitte arrivate erano state davvero troppe. Quest'anno invece ha spazzato via ogni dubbio. Non solo ha vinto, ma ha proposto qualcosa di nuovo. Questa squadra costruisce calcio in maniera differente, e io lo definisco marchio Inzaghi. Questa è la prerogativa dei grandi allenatori e lui oggi può definirsi tale.
D: Tra quelle che inseguono ce n'è una che ti preoccupa maggiormente?
R: Io dico il Milan, non perché sono nostri cugini e c'è sempre una sana battaglia sportiva, ma perché credo che si stia muovendo bene. Penso che ci sia ancora a distanza, ma loro faranno di tutto per cercare di ridurre questo gap.