I medici di base della regione Lazio stanno registrando un grosso aumento dei casi Covid di recente. I dati parlano di un numero di contagi che va da uno a tre casi diagnosticati per medico al giorno. A lanciare l'allerta sullo stato attuale della situazione è la Federazione nazionale medici di medicina generale (Fimmg).
La preoccupazione è che le statistiche sui contagi non siano complete per via della diffusione non monitorata dei numeri nazionali, dato che è stato ridotto il sistema di rilevamento tramite i tamponi. Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Fimmg Roma, ha dichiarato che: "L'incidenza nel Lazio attualmente è di 18 casi ogni 100.000 abitanti con le reinfezioni che sono al 48%, il sistema nazionale ha rilevato nel Lazio 1007 casi mentre in Italia sono 5548, numeri indicativi, ma lontani dalla realtà rilevata".
Si scatenerà la solita ondata di panico generale? I cittadini devono preoccuparsi? Tag24 ha approfondito la questione con il Professore e Ricercatore Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico di San Martino di Genova.
D: Quanto è preoccupante l'aumento di casi Covid nel Lazio? Quali sono i dati ufficiali?
R: I dati diffusi dai medici di famiglia mi pare che rilevino un aumento significativo delle infezioni. Siamo davanti ad incremento della circolazione del virus, che peraltro rispecchia un po' l’aumento di questa ondina estiva in tutta Italia. Si tratta prevalentemente della variante Kp3 del Covid che presenta sintomi veramente molto simili al raffreddore. Fondamentalmente dura pochi giorni e si ha tosse, mal di gola, naso che cola, un po' di febbricola per la grande maggioranza.
Il Lazio mi sembra che non abbia brillato tra le regioni che nel 2023 hanno fatto la dose del richiamo per il Covid. Purtroppo ritorniamo a dove siamo stati tante volte: noi medici abbiamo chiaramente detto ciò che andava fatto, le persone con delle patologie di base devono vaccinarsi. Purtroppo in realtà però la dose del richiamo per il Covid nell’ottobre - novembre del 2023 è stata fatta forse dal 10% di queste persone, quindi evidentemente ora abbiamo un problema.
D: La "mini ondina" riguardo i casi di aumento di Covid è da collegare all'estate e al caldo?
R: In realtà non è neanche il clima il problema, solo che è evidente che durante l’estate c'è una maggiore socializzazione. E’ vero che da una parte si sta più all'aria aperta, però si è anche più vicini, si prendono più mezzi pubblici, treni, aerei… E’ chiaro che tutto questo fa sì che naturalmente se c'è un virus molto contagioso, in un momento in cui si verifica un’elevata socializzazione è facile che passi da una persona all'altra.
D: Si è creata una polemica sull'uso del tampone a casa, dato che l’uso poi non rispecchierebbe quelli che sono i dati in aumento per quanto riguarda la diffusione del Covid. E’ ancora utile fare i tamponi da soli?
R: Oggi il Covid è un virus come tanti, mi pare assurdo trattarlo in maniera diversa rispetto agli altri. Per i virus che normalmente circolano in questa stagione non c’è un tampone da fare a casa. Tutti i dati che abbiamo a disposizione sulla diffusione in realtà sono drogati dal fatto che ci sono dei test fai da te disponibili al supermercato o in farmacia, perché dal momento in cui è disponibile il test solo per un determinato tipo di virus e non c'è per tutti gli altri centinaia che girano, abbiamo delle stime sballate.
Se pensiamo a 20 giorni fa, in Italia circolava un virus che non era Covid, eppure la questione non ha smosso l’interesse di nessuno. C'erano circa 150.000 persone a settimana che presentavano delle forme influenzali. Quindi noi continuiamo nell'errore che è quello di usare una rete da pesca che pesca solo un pesce e tutti gli altri no; non usiamo cioè uno strumento utile per rilevare solo un determinato tipo di virus e non tutti gli altri. O facciamo così nei confronti di tutti i virus, e allora potremmo dire veramente qual è la proporzione tra Covid, influenza, pandemia, influenza aviaria e altri tipi di batteri, oppure così commettiamo un errore già perpetuato.
Rimane il concetto che purtroppo sul Covid, secondo me, c'è stata troppa leggerezza da parte di alcuni che lo hanno considerato poco più di un raffreddore. Se questo però colpisce una persona anziana, uno malato di leucemia, una persona che fa terapia del tumore ad un polmone, è rischioso, perché può morire. Bisogna fare allora tutto ciò che è necessario in via preventiva e vanno fatte le vaccinazioni.