L'emergenza che riguarda le carceri italiane non riguarda solo il sovraffollamento, la fatiscenza delle strutture e la carenza di personale di polizia penitenziaria. A mancare, spesso, sono infatti quelle figure apicali essenziali per il corretto funzionamento degli Istituti penitenziari e il coordinamento delle attività di sicurezza.
Basti guardare, ad esempio, cosa sta accadendo in uno dei distretti più ampi di Italia, nel provveditorato del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta, dove da tempo si attende l'insediamento formale del nuovo Provveditore, figura essenziale perché responsabile dell'organizzazione del personale, dei detenuti e dei servizi degli Istituti penitenziari dell'area di competenza.
Ma non solo: come denuncia oggi il Sappe, nella casa circondariale di Torino, deve ancora essere nominato il Comandante titolare, la cui designazione, rimasta senza esito, era stata promessa da Andrea Delmastro, sottosegretario di Stato al Ministero della giustizia, entro giugno.
A lanciare l'allarme circa queste gravi criticità esistenti nel provveditorato del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta il Sappe, Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria, per voce del segretario regionale Vicente Santilli e del segretario generale Donato Capece. Preoccupati dall'indifferenza mostrata dal ministero della Giustizia in questi mesi, i segretari sindacali hanno deciso di rivolgersi oggi direttamente al sottosegretario Delmastro, evidenziando come questo abbia disatteso gli impegni presi solennemente qualche mese fa.
II primo impegno incompiuto, in particolare, riguarda la mancata ufficializzazione della nomina del nuovo Provveditore del distretto, atteso dopo il trasferimento dell'uscente dott.ssa Russo.
Il secondo problema, invece, riguarda l'assenza, in diverse carceri del distretto - tra cui Torino - della figura del comandante titolare, il cui ruolo è essenziale per garantire il corretto funzionamento dei reparti penitenziari e per permettere, soprattutto, un sereno svolgimento del lavoro per gli agenti che ogni giorno prestano servizio.
A spiegare a Tag24 quali sono le richieste che il Sappe ha deciso di avanzare urgentemente al sottosegretario Delmastro, già sollecitato con forza in passato, Vicente Santilli, segretario regionale del Sindacato autonomo di Polizia:
«La nostra richiesta è semplice: il sottosegretario Delmastro deve rispettare gli impegni assunti. A livello regionale ancora non conosciamo il nuovo Provveditore e non sappiamo se chi arriverà assumerà l’incarico solo per il nostro distretto o anche per altre aree del Paese, essendo dunque presente solo metà del tempo necessario. Per via di questo ritardo, noi sindacati da tempo non abbiamo nessun punto di riferimento per portare le istanze della Polizia penitenziaria, stremata ormai da condizioni di lavoro sempre più difficili».
L’altro grave problema segnalato al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, riguarda poi il carcere di Lorusso e Cotugno di Torino, dove negli scorsi giorni si sono verificate diverse rivolte, divenute addirittura social dopo la pubblicazione di alcuni video su TikTok da parte di detenuti:
«Il carcere di Torino è il più emblematico del Piemonte. Nonostante la presenza di oltre 1.500 detenuti, manca un comandante titolare che sia da riferimento per tutto il personale di Polizia penitenziaria. Il comandante presente, per qualifica, può infatti assolvere alle questioni ordinarie, ma non a tutte quelle questioni amministrative straordinarie che sono essenziali per lo svolgimento del lavoro. Il sottosegretario Delmastro ci aveva assicurato che entro giugno sarebbe stato nominato il nuovo comandante titolare: al 18 luglio, invece, ancora non si è mosso nulla, ed è gravissimo.
Come specificato da Santilli, peraltro, all’interno del provveditorato del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta il carcere di Torino non è l’unico in cui non è presente la cruciale figura del comandante titolare:
«Anche ad Asti manca il comandante titolare. A Biella il comandante è in missione e dunque non sempre presente. E questi sono solo alcuni esempi.
Senza comandanti titolari vengono a mancare nelle carceri punti di riferimento stabili per garantire la funzionalità del servizio. Si lavora senza basi. Se a questo aggiungiamo il fatto che la pianta del personale di Polizia penitenziaria è sottorganico, che il carcere è sovraffollato..il dado è tratto».