Con l’avvento dei social network e la massiva condivisione di informazioni personali sulle proprie bacheche di Facebook, nelle stories di Instagram e nei reel di TikTok, l’intera società può essere soggetta a furti nelle proprie abitazioni, nessuno escluso.
Recente il caso della conduttrice televisiva Caterina Balivo, vittima di una rapina nel cuore della notte, il primo luglio 2024, nel lussuoso quartiere Parioli della Capitale mentre era in vacanza a Barcellona.
La 44enne, fuori per le vacanze, aveva postato sui propri profili personali alcuni aggiornamenti sui suoi spostamenti: un assist perfetto per i ladri che hanno saccheggiato senza esitazione la dimora: una volta bloccata la porta dall'interno hanno rubato borse di valore, orologi di pregio e gioielli, tra questi Rolex e denaro per il valore di 300mila euro.
Sorvegliati da malintenzionati senza esserne consapevoli: spiati, studiati e cotti a puntino, fino al giorno X, designato per ripulire da cima a fondo un potenziale appartamento.
Quali sono i giusti accorgimenti per un utilizzo consapevole della tecnologia e dei social media? Abbiamo intervistato a riguardo, in esclusiva a Tag24, Roberta Mestichella, Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato e della Polizia Postale.
Non solo Caterina Balivo, recentemente anche Stash, vocalist dei The Kolors è stato vittima di un furto in casa, a Milano, dove abita insieme alla famiglia.
D. "Quali sono i rischi quando si postano momenti della propria vita quotidiana sui social?"
R. "Quando pubblichiamo sui social momenti della nostra vita mettiamo a disposizione, potenzialmente di un vastissimo pubblico, un’ampia gamma di informazioni personali. Dai video e dalle foto che postiamo sono spesso ricostruibili dettagli sensibili: dove siamo, con chi siamo, i nostri interessi, il nostro tenore di vita, dove passiamo abitualmente il tempo libero. Talvolta dando anche la possibilità di ricostruire con precisione le nostre routine".
D. "È meglio dunque evitare di parlare sui social network se non strettamente necessario?
R. "I social network sono un efficace strumento di condivisione, la maggior parte delle persone ha una proiezione del suo quotidiano anche nella dimensione online, dove pubblica le proprie idee, attività e interessi. Se la scelta di ciò che si vuole condividere di sé è personale, é in ogni caso importante che si faccia con la necessaria consapevolezza delle diverse, possibili conseguenze legate alla diffusione dei contenuti, tenendo a mente che ciò che viene pubblicato in rete - oltre a non essere più nella esclusiva disponibilità di colui che ha creato il contenuto - potrebbe rimanere lì per sempre o essere usato per scopi anche illeciti".
D. Cosa si può fare per prevenire situazioni di questo tipo?
R. "Adottare degli accorgimenti può fare la differenza: scegliere di elevare il livello di sicurezza degli account attivando l’ autenticazione a due fattori, rendere i profili privati, selezionare il pubblico con cui condividere i momenti privati. Più semplicemente, essere prudenti, magari scegliendo di non pubblicare in tempo reale le attività. Come Polizia Postale siamo costantemente impegnati in messaggi di sensibilizzazione ai cittadini rispetto alle possibili insidie durante la navigazione online, per una navigazione più consapevole e quindi più sicura".
D. "I malintenzionati studiano i movimenti e i profili social delle persone con l'intento di estorcere informazioni sensibili utili? Come ad esempio, l'essere in vacanza?"
R. "Sì e non solo. È possibile che i malintenzionati, cyber e non, sfruttino tutte le informazioni che riescono a reperire dalla rete sulle loro vittime, per avvantaggiarsene. Non soltanto il sapere se la vittima ha lasciato il domicilio per pianificare di commettere furti, ma anche altri casi, si pensi ad esempio alla profilazione che viene fatta delle vittime di truffe online, come ad esempio nel caso delle romance scam, truffe cd. romantiche, ma che di sentimentale hanno ben poco, andando a far leva sui sentimenti - oltre che sulla sfera patrimoniale - di chi le subisce.