Alle prime luci dell'alba di martedì 16 luglio 2024 il 34enne di origini senegalesi Louis Dassilva è stato arrestato con l'accusa di omicidio: gli inquirenti sono convinti che sia stato lui ad uccidere la vicina di casa Pierina Paganelli, trovata morta nel sottoscala del condominio in cui viveva in via del Ciclamino, a Rimini, la mattina del 4 ottobre scorso. A spingerlo, la volontà di evitare che la 78enne scoprisse che da qualche mese aveva una relazione extraconiugale con la nuora Manuela Bianchi. Nelle scorse ore è emerso che quest'ultima avrebbe sospettato di lui anche dopo l'incidente di cui fu vittima il marito Giuliano Saponi.
A riportarlo è, tra gli altri, Corriere Romagna, secondo cui Manuela Bianchi avrebbe parlato dei suoi sospetti su Dassilva non solo a due sue amiche, ma anche agli stessi familiari del marito, che ne avrebbero poi fatto parola con gli investigatori della squadra mobile di Rimini.
I fatti risalgono al mese di maggio dello scorso anno. Pierina Paganelli non era ancora stata uccisa quando, il figlio Giuliano Saponi, uscito per andare al lavoro in sella alla sua bicicletta, rimase vittima di un grave incidente stradale: qualcuno lo investì, lasciandolo agonizzante a bordo strada, senza prestargli soccorso.
Al termine di lunghe indagini, gli inquirenti - che all'inizio non avevano escluso che il sinistro potesse essere collegato all'omicidio della 78enne - sono arrivati alla conclusione che si trattò di un evento accidentale. Sembra però che, inizialmente, la stessa Manuela avesse puntato il dito contro il 34enne di origini senegalesi Louis Dassilva, che da poco aveva iniziato a frequentare all'insaputa del marito.
Saponi perse la memoria e fu costretto al ricovero per lungo tempo, prima in coma e poi in convalescenza. La madre era preoccupata per il clima familiare che, una volta tornato a casa, avrebbe trovato: era a conoscenza, come il resto dei parenti, del fatto che Manuela lo tradisse. Questo, secondo gli inquirenti, il motivo per cui fu uccisa.
Tra lei e Manuela i rapporti si erano fatti tesi. Un po' per la relazione extraconiugale intrapresa dalla donna, un po' perché la stessa - mentre il marito era in ospedale - avrebbe cercato, secondo Corriere Romagna, di vendere, in quanto amministratrice di sostegno, la loro casa coniugale.
Probabilmente ne aveva parlato con l'amante, confidadogli i propri pensieri e le proprie paure. A quel punto Dassilva potrebbe essersi convinto del fatto che, l'unica soluzione ai loro problemi, fosse far fuori l'anziana.
Finora si è sempre proclamato innocente. Ad incastrarlo, però, ci sarebbero diversi elementi, inclusi dei video che lo mostrerebbero sia prima che dopo l'omicidio nei pressi della scena del crimine, mentre indossa degli indumenti mai consegnati agli inquirenti, ai quali ha sempre riferito, tra l'altro, di aver trascorso la sera dell'omicidio in casa.
L'avvocato che lo difende, Riario Fabbri, ha chiesto ai giudici del tribunale del Riesame di scarcerarlo, entrando nel merito delle prove raccolte a suo carico, ritenute "solide" dalla Procura e insufficienti a giustificare una carcerazione preventiva dalla difesa.
La decisione è attesa per il mese di settembre. Nel frattempo la moglie, Valeria Bartolucci - che da qualche giorno risulta indagata per stalking - potrà andare a trovarlo. Il gip ritiene che, raccontando di aver passato la serata del 3 ottobre insieme a lui, gli abbia fornito un falso alibi.