31 Jul, 2024 - 17:17

Olimpiadi 2024, l'ex nuotatore Rivolta sul caso Pilato: "Sto dalla sua parte"

Olimpiadi 2024, l'ex nuotatore Rivolta sul caso Pilato: "Sto dalla sua parte"

La vasca gli manca, e tanto. Nonostante questo, Matteo Rivolta continua a fare il tifo per i suoi ex compagni alle Olimpiadi di Parigi 2024. L'ex nuotatore azzurro, campione del mondo ed europeo, li sostiene. Si aggiorna, spera e festeggia le varie medaglie conquistate in questi ultimi giorni, anche se le gare non riesce a guardarle: "La ferita è ancora aperta, spero si rimargini nel tempo". Il riferimento è all'annuncio del suo ritiro nel febbraio del 2024, una scelta "presa esclusivamente da me, seppur dolorosa". Intanto fa il tifo, ma non rimane inerme ad altre situazioni. Come quella relativa al caso Benedetta Pilato-Elisa Di Francisca, con quest'ultima che ha criticato aspramente le parole della giovane 19enne, soddisfatta della prestazione nonostante il quarto posto.

"Sto dalla parte di Bendetta, ha mostrato la sua genuinità, le ho scritto di non cambiare mai" ha affermato Matteo Rivolta a Melting Sport su Radio Cusano Campus, che sul nuoto azzurro invece non ha dubbi: "Siamo un punto di riferimento".

Olimpiadi 2024, le parole di Matteo Rivolta sul caso Pilato-Di Francisca

Alle Olimpiadi 2024 hanno fatto scalpore le parole di Elisa Di Francisca, che ha criticato aspramente le dichiarazioni di Bendetta Pilato dopo essere rimasta fuori dal podio dei 100 metri rana, con Matteo Rivolta che difende la giovane diciannovenne.

D: Matteo, caso Pilato-Di Francisca: tu da che parte stai?

R: La Di Francisca ha fatto uno scivolone, ha sbagliato ad esprimersi in quei toni e termini. Ma sono convinto che da atleta di altissimo livello, volesse esprimere quella che è la mentalità vincente di un’atleta. Io sono sempre stato una persona che guardava il bicchiere mezzo vuoto anche quando era pieno, ma la reazione rimane sempre soggettiva.

D: Anche perchè parliamo di una giovanissima.

R: Bisogna essere capaci di interpretare queste situazioni; il fatto che Benedetta abbia detto queste parole è comprensibile, ma anche da lodare. È una ragazza molto giovane, si trova in una dimensione con cui deve ancora convivere. Ha fatto una considerazione emotiva, va riconosciuta la sua genuinità. Le ho anche scritto, dicendole di non cambiare mai, perché questo aspetto rappresenta il suo essere viscerale, sempre sorridente e propositiva, molto di compagnia anche se a volte parla troppo (ride). Mi sento di stare dalla sua parte.

Rivolta: "Nuoto italiano? Un punto di riferimento"

Non solo il caso Pilato-Di Francisca, alle Olimpiadi di Parigi 2024 c'è anche un nuoto azzurro che continua a fare la voce grossa, con Matteo Rivolta che a tal proposito non ha dubbi.

D: Stanno arrivando medaglie: sappiamo fare la voce grossa?

R: Sono medaglie frutto di percorsi e aspettative diverse. Quella di Nicolò Martinenghi è la testimonianza di una medaglia inaspettata, perché il campo partenti lasciava presagire un risultato diverso, specie vedendo il trend altalenante di Nicolò nell’ultimo biennio. Lui è stato capace di vivere la gara a dovere, portando il risultato a casa. Per quanto riguarda Thomas Ceccon, invece, non lo scopriamo oggi: appartiene ad una categoria a parte, con un background di capacità importante. Ha soddisfatto l’attesa, è lui il punto di riferimento del dorso nel mondo, è stato capace di fare un avvicinamento alla finale impeccabile, nascondendosi in batteria, per poi fare la voce grossa in semifinale e soprattutto in finale. E poi c’è quel veterano di Gregorio Paltrinieri, anche lui punto di riferimento delle distanze lunghe mondiali.

D: Hai avuto modo di sentirli?

R: Si, anche se molto velocemente visto che ovviamente sono stati tempestati di chiamate e messaggi, senza dimenticare che sono ancora in gioco e quindi devono cercare di estraniarsi. Con Nicolò siamo molto amici, ci siamo scambiati messaggi come fratelli, è stato bello.

D: Il nuoto italiano protagonista, è giusto evitare di nascondersi e ammettere di essere un élite? Senza essere arroganti ovviamente.

R: Io credo che un'atleta non debba dire per forza di essere quello da battere, perché ognuno vive i momenti a modo suo. L’atleta sa quanto vale o se è favorito, il fatto che lo voglia dire o meno dipende da molte cose, non solo per la scaramanzia ma anche per il suo modo di essere. Sta di fatto che possiamo considerarci una élite, visto che il cambio generazionale ha portato aria nuova, e anche io sono contento di essermi ritagliato uno spazio negli ultimi anni della mia carriera.

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Andrea Mollas
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