04 Aug, 2024 - 18:33

Gino Cecchettin rompe il silenzio sul colloquio in carcere fra Turetta e il padre: "Non andava pubblicato. Non spetta a me giudicare"

Gino Cecchettin rompe il silenzio sul colloquio in carcere fra Turetta e il padre: "Non andava pubblicato. Non spetta a me giudicare"

Gino Cecchettin si esprime per la prima volta sul colloquio in carcere avvenuto il 3 dicembre 2023 tra Filippo Turetta e suo padre. Le parole che nei giorni scorsi hanno sconvolto l'opinione pubblica pronunciate dal papà dell'assassino di Giulia, la 22enne di Vigonovo (Venezia) uccisa nel novembre 2023, hanno causato non poche polemiche. Nel corso della rassegna 'La Terrazza della Dolce Vita' a Rimini, Gino Cecchettin ha commentato la pubblicazione dell'intercettazione tra Filippo e il padre Nicola.

Gino Cecchettin rompe il silenzio sul colloquio in carcere fra Turetta e il padre

virgolette
"E' inutile e di nessun valore pubblicare la conversazione dei genitori di Turetta con il figlio. Dopo il dolore per la morte di Giulia, in confronto a quel dolore il resto è nulla per me. Alcune notizie vecchie non andavano divulgate".

Queste sono le parole pronunciate da Gino Cecchettin, il papà di Giulia, la ragazza uccisa da Filippo Turetta l'11 novembre 2023. L'uomo ha commentato il colloquio avvenuto in carcere tra l'assassino e suo padre, lo scorso 3 dicembre 2023, che era andato a trovarlo in prigione per la prima volta. Rompe il silenzio nel corso della rassegna a Rimini di Simona Ventura e Giovanni Terzi, "La Terrazza della Dolce Vita", il 4 agosto 2024.

Poi il papà di Giulia ha aggiunto:

virgolette
"Alcune notizie vecchie non andavano divulgate, ma non sta a me giudicare l’operato di un altro papà e quindi non lo giudicherò".

Cosa ha detto il padre di Filippo Turetta nel colloquio in carcere?

La reazione di Gino Cecchettin arriva nei giorni successivi alla pubblicazione delle parole pronunciate durante il primo colloquio in carcere tra Filippo Turetta e suo padre. Nicola, il papà del ragazzo che ha ucciso la giovane Giulia, aveva paura che il figlio si suicidasse in prigione e aveva definito l'omicidio della ragazza "un momento di debolezza".

Nella struttura penitenziaria di Montorio Veronese (Verona), quando è andato a trovare il figlio, Nicola Turetta - secondo quanto riportato dal settimanale Giallo - aveva detto:

virgolette
"Eh va beh, hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza…Quello è! Non sei un terrorista, voglio dire… Devi farti forza. Non sei l’unico… Ci sono stati parecchi altri… Però ti devi laureare. Ci sono altri 200 femminicidi! Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale – lo tranquillizza il padre -. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti".

Queste parole hanno suscitato grande scalpore tra l'opinione pubblica. Arriva la pioggia di critiche sulla pubblicazione del contenuto del discorso. Il caso di femminicidio di Giulia Cecchettin ancora scuote l'Italia. Nicola Turetta si è rivolto alla stampa scusandosi pubblicamente con la famiglia Cecchettin:

virgolette
"Chiedo scusa per quello che ho detto a mio figlio. Gli ho detto solo tante fesserie. Non ho mai pensato che i femminicidi fossero una cosa normale. Erano frasi senza senso. Temevo che Filippo si suicidasse".

Le scuse, riportate dal Corriere della sera, in seguito alla polemica nata il 27 luglio 2024, proseguono così:

virgolette
Quegli instanti per noi erano devastanti. Non sapevamo come gestirli. Vi prego, non prendete in considerazione quelle stupide frasi. Vi supplico, siate comprensivi.
AUTORE
foto autore
Francesca Mazzini
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
adv
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE