Rispondendo alle domande di una giornalista del Corriere della Sera, Bruno Verzeni, qualche giorno fa, l'ha definito un "ragazzo splendido": Sergio Ruocco, di 37 anni, stava da ben 16 anni insieme alla figlia Sharon Verzeni, la 33enne che nella notte tra il 29 e il 30 luglio, poco prima dell'una, è stata trovata in fin di vita in strada a Terno d'Isola, nella Bergamasca.
Originario di Seriate, l'uomo, di 37, lavora come idraulico e, secondo chi lo conosce, è un tipo "serio e affidabile". Dopo la morte della compagna Sharon Verzeni, accoltellata in strada a circa 600 metri dall'abitazione in cui convivevano a Terno d'Isola da tre anni, si è trasferito a casa dei suoceri.
"Purtroppo non mi sono reso conto di niente", ha dichiarato al Corriere della Sera parlando della notte del delitto. E ha aggiunto:
Sembra che avessero già preso parte a un corso prematrimoniale: a breve avrebbero dovuto scegliere la data in cui sarebbero convolati a nozze. Poi, forse, avrebbero dato un nipotino ai loro genitori. Non ne hanno avuto il tempo.
Lo scorso 29 luglio Sharon si sarebbe alzata di buona mattina per andare a lavorare nel bar-pasticceria "Vanilla" di Brembate di Sopra. Alle 15, dopo aver staccato, avrebbe fatto la spesa, rincasando e aspettando che anche il compagno terminasse di lavorare.
Avrebbero trascorso l'intera serata insieme; poi Ruocco attorno alle 22 sarebbe andato a dormire. Sharon, rimasta sveglia, si sarebbe invece messa le cuffie e le scarpe da ginnastica, incamminandosi fuori casa per una passeggiata al fresco.
Lo faceva spesso, ma di rado a un'ora così tarda. Cosa le sia successo dopo non è chiaro: stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stata colta di sorpresa nel buio, strattonata per un braccio e poi accoltellata alla schiena per ben quattro volte.
Da chi? Non si sa ancora. Forse uno sbandato, forse uno stalker. Sharon, in fin di vita, avrebbe solo trovato la forza di telefonare al 112 per chiedere aiuto. Poi sarebbe crollata a terra. Soccorsa e trasferita d'urgenza al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, poco dopo è morta.
Chi indaga non esclude nessuna pista e ha ascoltato anche il compagno della 33enne, che però, al momento dei fatti, si sarebbe trovato in casa. L'obiettivo è arrivare alla verità. Per questo, da un paio di giorni, al caso lavorano anche i carabinieri del reparto Crimini Violenti del Ros.
Una svolta potrebbe arrivare dall'analisi delle telecamere di videosorveglianza comunali o dalle testimonianze raccolte nelle scorse ore, di cui alcune riguardanti un'auto che avrebbe sgommato a pochi passi dalla scena del crimine.
È possibile che fosse quella del killer? Oppure è più probabile che lo stesso si sia allontanato a piedi, trovando rifugio in uno dei box occupati che si trovano lungo la strada? Se così fosse, potrebbe essersi disfatto dell'arma del delitto nelle vicinanze.
Dei coltelli compatibili con le ferite rinvenute sul corpo della vittima, in effetti, sono stati trovati: bisognerà capire, attraverso gli accertamenti del Ris, se tra di essi ci sia quello usato per colpire la 33enne e se, eventualmente, contenga tracce dell'assassino.