Un'ossessione che non gli ha lasciato altra scelta che uccidere la moglie, Annarita Morelli, la 72enne ritrovata senza vita nella sua Fiat Panda a Fonte Nuova, lo scorso martedì 6 agosto 2024. A due giorni dal terribile femminicidio della donna, oggi 8 agosto 2024, il Tribunale di Tivoli ha contestato l'omicidio aggravato dalla premeditazione per il marito Domenico Ossoli.
Omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi "abietti o futili" queste le motivazioni che hanno reso la posizione di Domenico Ossoli, il marito 73enne di Annarita Morelli, ancora più grave. Secondo i giudici del Tribunale di Tivoli, infatti, l'uomo reo-confesso del femminicidio della moglie 72enne sarebbe imputabile di comportamenti spregevoli.
L'estrema gelosia che il 73enne ha nutrito nei confronti della moglie lo avrebbe portato persino a monitorare gli spostamenti dell'auto, tramite il gps che aveva precedentemente installato sul veicolo. Una forma di controllo per non affrontare la realtà, ovvero la decisione della donna di volersi separare.
Questo l'ultimo elemento emerso dalle indagini condotte dalle forze dell'ordine, attivatesi immediatamente dopo la chiamata shock del titolare del bar-tabaccheria. L'uomo, infatti, è uscito in strada e ha visto il cadavere della donna in auto, non appena Ossoli ha detto di aver ucciso la moglie all'interno dell'attività commerciale.
Ad occuparsi del caso il procuratore Francesco Menditto, incaricato di coordinare i magistrati del tribunale di Tivoli. Tuttavia, la procura di Roma è ancora in attesa della convalida del fermo per Domenico Ossoli.
Domani, invece, il 73enne avrà audizione nel corso dell'interrogatorio di garanzia. Al momento, l'uomo ha sempre negato di aver premeditato l'omicidio e di essere stato spinto dalla gelosia. Mentre i figli della coppia hanno smentito questa versione.