La fuga di notizie e la pubblicazione delle chat private del gruppo di Fratelli d’Italia, con tanto di sfogo della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha svelato anche il tentato blitz della maggioranza per l’elezione del giudice mancante della Corte Costituzionale mettendo in allarme l’opposizione.
Domani, martedì 8 ottobre, dopo sette elezioni fallite, tornerà a riunirsi il Parlamento in seduta comune. E’ l’ottava volta che deputati e senatori provano a eleggere il membro mancante della Consulta senza mai riuscirci, a riprova dell’importanza che tale ruolo riveste nelle strategie politiche dei diversi schieramenti.
Perché è così importante l'elezione del giudice della Corte Costituzionale? Perché la Corte Costituzionale ha il compito di deliberare sulla costituzionalità e sull’ammissibilità degli atti legislativi, quindi, il via libera dei giudici della Consulta è determinante per il destino di molti provvedimenti. La Corte Costituzionale è composta da 15 giudici, cinque dei quali nominati dal Parlamento. Gli atti per essere approvati o bocciati necessitano di ottenere la maggioranza dei voti.
E’ quindi evidente che avere all’interno della Corte giudici della propria ‘area’ politica può essere determinate. Ed è per questo che Giorgia Meloni preme per eleggere alla prossima votazione utile il ‘suo candidato’, ovvero, Francesco Saverio Marini, che tra l’altro e anche colui che ha scritto la Riforma del Premierato, cavallo di battaglia della Premier.
In questo momento specifico, alla vigilia di un’ampia mobilitazione referendaria, in ballo c’è la valutazione sull’ammissibilità dei quesiti referendari relativi all’abrogazione dell’Autonomia Differenziata (in programma il 12 novembre), quelli sulla cittadinanza italiana, il salario minimo e, in futuro, il referendum sul Premierato, la madre di tutte le riforme.
Sui referendum la maggioranza si gioca buona parte della sua stabilità. Non è un caso ad esempio che l’opposizione di centrosinistra, compatta sui referendum, continua a sottolineare come in caso di vittoria del Referendum per l’abrogazione dell’Autonomia Differenziata il Governo potrebbe ‘andare a casa’.
E' per questo che, nei giorni scorsi, i capigruppo di Camera e Senato di FdI hanno, Tommaso Foti e Lucio Malan, aveva inviato nella chat del gruppo parlamentare un messaggio in cui si invitavano tutti i parlamentari a presenziare alla votazione di martedì 8 ottobre.
I numeri, sono risicati, occorrono 360 voti per eleggere il giudice e la maggioranza da sola ha dimostrato, per sette volte, di non riuscire a portare a casa il risultato senza un 'aiuto esterno'. Ecco perché, contando sul fattore sorpresa, la Presidente Meloni sperava di ottenere l’appoggio di qualche franco tiratore dell’opposizione, come avvenuto già con le nomine Rai. La fuga di notizie e la diffusione della chat con il messaggio dei due capigruppo ha fatto saltare tutti i piani, poiché, l’opposizione si è compattata e ha annunciato che non parteciperà al voto, ma uscirà in blocco dall’aula proprio per evitare eventuali ‘tradimenti’.
Tatticismi a parte, il Parlamento dovrà a un certo punto giungere a un accordo ed eleggere il nuovo componente Consulta anche alla luce del fatto che a dicembre scadrà il mandato di altri tre giudici che quindi dovranno essere sostituiti in vista dei giudizi di legittimità dei referendum previsti per gennaio 2025.