Avrebbe potuto essere la volta buona, ma all’ottava votazione, il Parlamento in seduta plenaria ancora non è riuscita a eleggere il quinto giudice mancante della Corte Costituzionale. Bisognerà riprovarci e sperare che alla prossima maggioranza e opposizione riescano a raggiungere l’accordo intorno a un nome condiviso, poiché senza accordo, nessuno riuscirà a eleggere il proprio nome. I voti necessari sono 363, troppi anche senza nessuna defezione in maggioranza.
Nel frattempo, oggi, la votazione si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto e l’ennesimo scambio di accuse al vetriolo tra maggioranza e opposizione. Il centrodestra che ha votato scheda bianca accusa la sinistra di tenere sotto ricatto la ‘democrazia’. C’è chi parla di ricatto di minoranza e chi di arroganza, ma tutti rifiutano l’accusa di aver tentato un blitz per leggere Francesco Saverio Marini, il padre della Riforma del Premierato.
L’opposizione, invece, rincara la dose proprio sul tentativo della maggioranza di forzare la mano per arrivare all’elezione di un ‘proprio’ giudice senza concertazione. Netti la segretaria del PD, Elly Schlein, e il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Ha votato con le opposizioni anche Azione di Carlo Calenda che, però, ha anche sottolineato come il nome proposto dalla destra non sarebbe stato così ‘improponibile’.
Gli inviati di Tag24.it Michele Lilla e Lorenzo Brancati, hanno raccolto le testimonianze dei leader dei diversi partiti di maggioranza e opposizione.
Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc e Noi Moderati hanno votato scheda bianca. L’ordine di coalizione è arrivato poco prima dell’apertura delle votazioni, quando è apparso evidente che non c’erano i numeri per eleggere Francesco Saverio Marini.
Durissime le parole riservate dalla maggioranza ai colleghi di opposizione per la scelta di uscire dall’aula al momento del voto. Il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha rispedito al mittente le accuse di tentato blitz chiedendo al centrosinistra di smettere di giocare all’Aventino.
Ha dichiarato Donzelli. Parla di rispetto delle istituzioni anche il senatore della Lega, Massimiliano Romeo.
Parla di ricatto di minoranza il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
Continuano a sostenere il tentativo di blitz da parte della maggioranza, invece, le opposizioni. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha parlato di forzatura della maggioranza.
Lo stesso punto di vista è stato sostenuto anche dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
L’obiettivo comune di neutralizzare il tentato blitz della maggioranza ha visto questa volta partecipe anche Azione, il partito di Carlo Calenda i cui deputati e senatori sono usciti dall’Aula al momento del voto come gli altri partiti di centrosinistra. Alla prima prova dopo l'addio ad Azione, le deputate Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, invece, hanno votato con la maggioranza.
Parla di blitz fallito anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che però fa anche un passo avanti lanciando alla maggioranza un appello ad aprire finalmente il confronto necessario anche in vista dell'appuntamento del 20 dicembre, quando il Parlamento sarà chiamato a sostituire altri tre giudici della Corte Costituzionale. Votazioni che come sottolinea Magi coincidono con una fase delicatissima per la democrazia del Paese, ovvero, quella dei giudizi sui referendum.
ha dichiarato Magi.