È capitato a tutti nella vita, da appassionati, di informarci su qualcosa che a nostra insaputa ha letteralmente cambiato la storia del calcio, a tal proposito metterò nero su bianco (ed è il caso dirlo visto l'epoca in cui si sono verificate) su due eventi importanti che hanno finito per influenzare e non poco la storia del calcio italiano nella data del 15 gennaio a distanza di 8 anni tra loro.
Tornerò, dunque, indietro nel tempo, prima di 75 anni e poi di 67. Capirete che non potevo sottrarmi nel ricordare due accadimenti, il primo più leggero e piacevole per la crescita di tre generazioni e il secondo triste per le sorti della nostra nazionale, che hanno senza ombra di dubbio caratterizzato la vita di tutti i calciofili (grandi e piccini) in modo indelebile.
Ma cosa è accaduto in questo giorno di tanti anni fa? Il pomeriggio del 15 gennaio 1950 una rovesciata di un giocatore della Juventus venne trasformata nell'icona più famosa al mondo. Alle 16:00 circa del 1958, invece, la sconfitta contro l'Irlanda del nord per 2-1 sancì l'eliminazione dell'Italia del CT Alfredo Foni e il conseguente impedimento di giocare da detentori del titolo di Campione del Mondo i mondiali di Svezia 58 sei mesi più tardi.
Al comunale di Firenze si giocava Fiorentina-Juventus e la contesa ferma sullo 0-0 poteva prendere un'altra piega se non era per una rovesciata salva risultato!
La giocata Magli-Pandolfini, rispettivamente difensore e centrocampista della Viola, intenta a spezzare l'equilibrio della partita all'ultimo minuto di gioco, fu magistralmente resa vana dall'intervento in area di rigore del difensore bianconero Carlo Parola, che con una splendida rovesciata spedì il pallone lontano da tutto e da tutti.
Ebbene sì, di lì in poi quel gesto tecnico divenne iconico dal momento che fu immortalo da una macchinetta fotografica di un operatore a bordo campo. La fotografia fu quindi trasformata in immagine e riprodotta sulla copertina dell'album dei calciatori firmata Panini.
La stessa, che a oggi risulta essere la più riprodotta al mondo vantando più di trecento milioni di copie, però, per avere un tocco di neutralità fu modificata dall'azienda modenese nel colore della maglia che da bianconera a strisce verticali passò a essere rossa.
La partita Irlanda del Nord-Italia, valida per il gruppo 8 di qualificazione ai mondiali di Svezia si rivelò fatale alla rappresentativa azzurra che aveva come punta di diamante l'oriundo Schiaffino.
Bastava il pareggio agli azzurri, che in verità ottennero il 4 dicembre 1975, ovvero nella data ufficiale della partita, ma non valse per la qualificazione. Si giocò lo stesso non sotto la direzione dell'arbitro designato Zsolt (rimasto bloccato a Londra perché per la troppa nebbia il volo non partì alla volta del Belfast Park) ma dell'Irlandese Mitchell.
Se però in un primo momento l'Italia acconsentì a farla valere "ufficiale" in un secondo tempo cambiò idea e il fatto di declassarla in amichevole con il patto di rimandarla al 15 gennaio 1958 irritò e non di poco pubblico e giocatori avversari tanto da scatenare tafferugli a fine partita.
La rabbia messa nella rissa finale dell'amichevole motivò ancora di più i calciatori dell'Irlanda del Nord (sicuramente più scarsi dei nostri) nella partita di un mese dopo, tant'è che a pochi minuti dal fischio d'inzio, il fantasista McIlroy prima, al 13esimo, e il mediano Cush poi, al 28esimo, misero subito le cose in chiaro con le rispetive marcature che portarono il doppio vantaggio alla loro squadra.
A nulla valse il gol della bandiera per Da Costa al 56esimo perché l'Italia, con un uomo in meno (per effetto dell'espuldìsione di Ghiggia al 68esimo) non ebbe più la forza di reggere il confronto con gli avversari.
E così quella che doveva essere una gara da controllare con la consapevolezza dei più forti, al Belfast Park, si rivelò un autentico fallimento dalla risonanza internazionale perché la spedizione dei ragazzi di Foni regalò per la prima volta la non partecipazione ai mondiali alla nazionale italiana di calcio.