Mr. Ancelotti e il Real Madrid: un legame indissolubile che lui stesso ha confermato in più occasioni. Re Carlo ha spesso dichiarato che nella sua carriera da allenatore ci sono due grandi amori: il Milan e i Blancos. Questo il palmarès del tecnico italiano sulla panchina del Bernabeu: vittoria della "Décima" Champions League, il decimo titolo europeo del club, una Copa del Rey nel 2013-2014, una Supercoppa UEFA e il Mondiale per Club.
Tornato al Real nel 2021, ha conquistato nuovamente la coppa dalle grandi orecchie, diventando l’unico allenatore a vincerla quattro volte. E poi la conquista di una Liga nella stagione 2021-2022, la Supercoppa di Spagna nel 2022, un’altra Supercoppa UEFA nel 2022 e il Mondiale per Club nel 2022. E poi ancora un'altra Champions nel 2024, che lo ha portato a quota 5. Insomma, davvero niente male per il coach emiliano.
Eppure il calcio è fatto di alti e bassi, e sono sempre i più saggi a dire che non si può vincere sempre. Certo, allenare i madrileni è una grossa responsabilità, perché il club più titolato al mondo non può immaginare una stagione senza trofei, e anche solo vincerne uno è considerato la normalità.
Spesso, in una competizione come la Supercoppa, sono le grandi squadre a cadere. Lo dimostra il trend degli ultimi anni, anche se il Real una Supercoppa l'ha vinta, quella Europea, a inizio stagione, contro l'Atalanta del Gasp. Ma a quanto pare questo non basta, perché il Real ha fame di vittorie e il gioco proposto dal mister nel corso della stagione non incanta i tifosi come dovrebbe.
Il Real Madrid è ancora molto lontano dal suo massimo potenziale. Nonostante avesse mostrato chiari segnali di miglioramento nelle ultime settimane, la sconfitta contro il Barcellona nella finale della Supercoppa di Spagna, terminata 5-2 per i catalani, non ha fatto altro che riaprire le ferite all'interno del club madrileno.
Fonti interne dicono che il tecnico è ormai esasperato dal fatto che i suoi giocatori ignorino le sue indicazioni tattiche. L’allenatore italiano vuole un maggiore impegno difensivo collettivo per ottenere risultati, ma, quando si scende in campo, i giocatori sembrano non rispettare le sue istruzioni.
E allora Mr. Ancelotti non le manda a dire nemmeno in conferenza stampa di fronte ai giornalisti. Appare nervoso e difende la sua reputazione, continuando a dichiarare che ha fiducia nei suoi giocatori e che tutto si sistemerà presto.
La partita tra i blaugrana e i blancos sembrava subito essersi incanalata a favore di questi ultimi, con Mbappé che aveva aperto subito le danze a due minuti dall'inizio. Solo una piccola parentesi, però, perché di fatto per tutti i 90 minuti la squadra della capitale sembra irriconoscibile: lascia buchi enormi in difesa ed è disattenta in numerosi episodi. Gradualmente il Barcellona inizia a giocare e dà il via all'incubo: cinque gol in 50 minuti, con il Real che va ko.
C'è solo un piccolo spiraglio al 60° con Rodrygo, che però non serve da reazione ai suoi: la partita finisce 2-5, con tanto di musi lunghi per i blancos, che sono costretti a rimanere in campo per la consueta premiazione con la medaglia d'argento, ma preferirebbero visibilmente correre negli spogliatoi.
Serve una reazione immediata per il Real, che tuttavia non è nella sua stagione peggiore e ha ancora tanti obiettivi a portata di mano: a cominciare dal campionato. I blancos si trovano a un solo punto dalla vetta, occupata dall'Atletico Madrid, e il Barcellona è a 5 punti dal secondo posto. Anche la Copa del Rey è un traguardo realizzabile, con i madrileni che erano partiti molto bene e che possono proseguire il loro percorso. Non è ancora tutto perduto.