La storia degli Oscar è piena di grandissimi autori snobbati dall'Academy ma probabilmente nessuno di loro aveva Josh Brolin dalla sua parte!
L'attore attacca duramente i giurati della Academy of Motion Picture Arts and Sciences per non aver candidato Denis Villeneuve nella categoria della Miglior regia per il film "Dune 2". E non è la prima volta che l'interprete di Gurney Halleck si scaglia contro i premi più importanti del cinema statunitense, sempre per lo stesso motivo.
Un copione che si ripete ormai regolarmente creando, dopo il "caso DiCaprio", quello che potrebbe quasi essere definito un "caso Villeneuve". Il regista canadese vanta infatti una sola candidatura nella sua carriera. Decisamente poco per un regista tra i più ammirati a livello stilistico negli ultimi anni...
Per Brolin si tratta di una posizione che, semplicemente, "non ha alcun senso".
Lo dichiara lui stesso in una storia pubblicata qualche giorno fa sul suo profilo Instagram. L'attore prima si congratula con tutti coloro che hanno ricevuto la candidatura agli Oscar 2025, dove il film ha ricevuto cinque nomination:
Tuttavia, subito dopo commenta con tono quasi sconcertato l'esclusione di Villeneuve dalla categoria della Miglior regia, dichiarando che la cosa per lui "non ha senso" considerando che si tratta di "un film spettacolare, anche migliore del primo".
Quanto la cosa sia assurda per Brolin si capisce recuperando le sue dichiarazioni rilasciate a Variety lo scorso anno nelle quali minacciava di smettere di recitare se Villeneuve non avesse ricevuto la nomination.
Dunque, per l'attore siamo di fronte a uno smacco vero e proprio che si va a sommare all'esclusione della colonna sonora di Hans Zimmer, da molti ritenuta ingiusta.
Quasi un insulto, dal momento che per Villeneuve si tratta della seconda esclusione di seguito dalla cinquina dei candidati. Un simile scenario si era verificato nel 2022 per il primo capitolo di "Dune" e anche in quell'occasione Brolin aveva fatto sentire forte e chiara la sua voce.
In quell'occasione, "Dune" ottenne addirittura dieci candidature agli Oscar e questo rese ancora più "stupida" agli occhi dell'attore la decisione dell'Academy di escludere colui che era il responsabile di un film evidentemente così ben realizzato.
Sono in molti a condividere le perplessità di Brolin.
Villeneuve è considerato infatti uno dei registi più influenti di questo periodo storico nel cinema mainstream statunitense. E tra i più riconoscibili a livello visivo, con il suo stile elegante e raffinato.
A questo si deve aggiungere una cura maniacale per i dettagli della produzione delle sue opere che gli ha permesso di adattare un'opera letteraria tradizionalmente ostica come "Dune", ricevendo consensi praticamente unanimi e un'attesa crescente per il terzo capitolo, anticipato da Anya Taylor-Joy che dovrebbe essere tra i protagonisti.
Nonostante tutto ciò, il regista canadese ha ricevuto in carriera una sola nomination dall'Academy per la Miglior regia, nel 2017 per "Arrival".
I motivi per un simile ostracismo sono poco chiari, ma quel che è certo è che sembra di trovarsi nuovamente di fronte all'atteggiamento tenuto a lungo dai giurati nei confronti di Leonardo DiCaprio.
Anche l'attore è stato per anni ignorato dai premi più prestigiosi di Hollywood, malgrado alcune prove più che degne di considerazione come in "The Aviator" (2004) o "The Wolf of Wall Street" (2012), entrambi di Martin Scorsese, o "Django Unchained" (2012) di Quentin Tarantino. Nel suo caso, l'Oscar arrivò nel 2016 per "Revenant - Redivivo" di Alejandro González Iñárritu.
La speranza per Villeneuve potrebbe risiedere nella tendenza, tipica dell'Academy, di premiare registi di trilogie o saghe cinematografiche al termine di queste ultime. È accaduto, ad esempio, a Peter Jackson e alla trilogia de "Il Signore degli Anelli", premiati all'uscita dell'ultimo capitolo, "Il Ritorno del Re".
Il destino del regista canadese potrebbe essere analogo, con "Dune Messiah" che potrebbe rappresentare il suo definitivo riconoscimento a Hollywood.