27 Jan, 2025 - 14:02

Isola di Montecristo, dove si trova e come visitarla?

Isola di Montecristo, dove si trova e come visitarla?

L’Isola di Montecristo è uno dei luoghi più rilevanti per la conservazione della biodiversità nell'Arcipelago Toscano e nel Mar Tirreno. È un'area di straordinario valore ecologico, estremamente delicata, che funge da santuario naturale. 

Dal 1971 è riconosciuta come Riserva Naturale Statale e, dal 1988, è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa come Riserva Naturale Biogenetica. L’isola è sotto la sorveglianza del Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica ed è inclusa sia nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano che nella Riserva della Biosfera "Isole di Toscana" nel programma MAB dell'UNESCO. Inoltre, fa parte del Santuario Internazionale per la protezione dei Mammiferi Marini Pelagos.

Dove si trova l'Isola di Montecristo?

Montecristo, situata nell'Arcipelago Toscano, è la più selvaggia e incontaminata tra le sue isole. Con una superficie di poco più di 1000 ettari, è composta da rocce granitiche di un grigio rosato e cristalli di feldspato. Si trova a sud dell’Isola d’Elba, a ovest dell'Isola del Giglio e di Monte Argentario.

Dal punto di vista amministrativo, l'isola appartiene al Comune di Portoferraio e alla Provincia di Livorno, rappresentandone la porzione più meridionale. 

E' famosa anche per essere una delle ambientazioni del famoso romanzo di Alexandre Dumas, "Il Conte di Montecristo", uscito nel 1844. L'isola, descritta come il luogo dove il protagonista Dantès, il conte di Montecristo, si rifugia, è accessibile solo a pochi privilegiati.

Come visitarla?

Oggi è abitata da due guardie forestali che si alternano ogni due settimane, e per visitarla è necessario un permesso speciale rilasciato dal Corpo Forestale di Follonica, riservato a ricercatori, scuole, associazioni e gruppi di volontariato.

L’unico punto di approdo è Cala Maestra, situata sulla costa nord-occidentale, dove si trova anche l’unica costruzione sull’isola, la villa Watson-Taylor, edificata dall’inglese Giorgio Watson-Taylor, proprietario dell’isola. Da lì, partendo verso nord-est, un sentiero impervio conduce in circa un’ora al “Convento”, una località situata a 345 metri di altitudine, dove si trovano i resti di un antico monastero del V secolo d.C. Montecristo è una zona altamente protetta, facente parte della zona di tutela 1, che include anche lo Scoglio d'Africa (o Affrichella), al largo dell’isola. La zona di tutela si estende anche fino a un chilometro dal suo perimetro marittimo. L’isola è anche inclusa nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS). È vietato praticare attività balneari o raccogliere materiali vegetali o geologici.

Dal 2019, l’accesso all’isola è consentito a un numero massimo di 2000 persone all’anno, grazie a un accordo tra il Parco Nazionale e il Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica. Tuttavia, tra il 16 aprile e il 14 maggio l'isola è chiusa per la protezione dell’avifauna, e le visite sono possibili solo con guide autorizzate.

Storia dell'Isola di Montecristo

Anticamente conosciuta come Oglasa, Montecristo è una delle isole più remote e inaccessibili dell’Arcipelago Toscano. Dal 1971, è una Riserva Naturale Statale Integrale, e dal 1988 è anche una Riserva Naturale Biogenetica riconosciuta dal Consiglio d’Europa. Nel 1899, l’isola divenne una riserva di caccia esclusiva per Vittorio Emanuele III di Savoia, un privilegio che durò fino alla sua designazione come Riserva Naturale.

L’isola è famosa per il romanzo di Alexandre Dumas Il Conte di Montecristo, che racconta la storia di un tesoro nascosto nell’Abbazia di San Mamiliano, edificata nel 1600 da monaci benedettini. Con una superficie di 10,4 chilometri quadrati, Montecristo ha una forma piramidale che ne esalta l’aspetto inaccessibile. L’isola è composta principalmente di granito grigio-rosa, e la vegetazione dominante è la macchia mediterranea, con erica arborea, rosmarino, cisto, elicriso e maro. Questo habitat è un rifugio per numerosi uccelli migratori.

Tra gli animali più noti sull’isola ci sono le capre selvatiche, importate probabilmente da antichi navigatori, e il raro discoglasso sardo, una rana che vive nell'area sardo-corsa. Tra gli uccelli marini si trovano il gabbiano corso e la berta minore, con colonie che rivestono grande importanza per la conservazione europea. I rapaci, come il gheppio, l’aquila reale e il corvo imperiale, sono anche visibili. Tra i rettili endemici, spiccano il biacco e la vipera di Montecristo.

L’ambiente marino è ricco di vita, con praterie di posidonia, anemoni di mare, coralli e, fino a circa 40 anni fa, l'isola ospitava anche le foche monache, ormai rare nel Mediterraneo. Sebbene Montecristo sia oggi disabitata, alcune guardie forestali risiedono sull’isola. Fino al XVI secolo, però, l’isola era abitata da una comunità monastica, di cui oggi sono visibili i resti dell’abbazia di San Mamiliano, situata nel sito conosciuto come il Convento. È ancora visibile la grotta in cui si dice che il santo soggiornò.

Per quanto riguarda l’origine del nome, secondo una leggenda, il nome "Montecristo" deriverebbe da San Mamiliano, un santo che, dopo essere stato fatto prigioniero, fuggì e si rifugiò sull’isola, dove visse in solitudine. La leggenda narra anche di come San Mamiliano uccise un drago alato che proteggeva l’isola, e che dalla sua morte scaturì una sorgente di acqua purissima. Il culto di San Mamiliano è molto sentito nell'Arcipelago Toscano, e ogni 15 settembre a Marina di Campo si celebra la sua festa.

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