Figlio di Paolo Rovagnati e di Claudia Antonia Limonta, Lorenzo Rovagnati aveva 42 anni. Sposato dal 2018 con Federica Sironi, era padre di due figli e attendeva il terzo. Grande appassionato di aviazione, spesso si spostava in elicottero per raggiungere il castello di famiglia nel Parmense.
Lorenzo Rovagnati era a capo del rinomato salumificio industriale insieme al fratello Ferruccio. L'azienda, conosciuta a livello internazionale, fu fondata nel 1941 in Brianza dal nonno Angelo Ferruccio Rovagnati. Attualmente, il marchio, soprannominato il "re dei prosciutti", genera un fatturato annuo superiore ai 300 milioni di euro e conta oltre mille dipendenti distribuiti in 20 nazioni.
Negli ultimi quindici anni, sotto la guida di Lorenzo e Ferruccio, Rovagnati ha ampliato la distribuzione del prosciutto cotto in Europa, avviato il primo stabilimento produttivo negli Stati Uniti e rafforzato la propria presenza in Canada, Hong Kong, Messico e Singapore. L'espansione è stata sostenuta anche da importanti acquisizioni, tra cui lo storico marchio di affettatrici Berkel e la prestigiosa azienda Pineider.
Attualmente, il gruppo impiega più di 1.200 persone, registra un fatturato superiore ai 300 milioni di euro annui e opera in oltre 20 Paesi.
La storia dell’azienda Rovagnati ha inizio nel 1952, quando il fondatore Ferruccio Angelo apre a Biassono, in Brianza, un’attività dedicata alla produzione e vendita all’ingrosso di burro e formaggi. Ma è il figlio Paolo a imprimere la svolta decisiva nel 1968, prendendo le redini dell’impresa e puntando tutto sulla produzione di salumi. La sua intuizione vincente fu abbandonare i latticini, un settore già saturo di competitor in Brianza, per specializzarsi nel prosciutto cotto, evitando la concorrenza diretta con il prosciutto crudo emiliano, di qualità già consolidata.
L’azienda cresce rapidamente e, a partire dagli anni Ottanta, compie il salto di qualità grazie alla pubblicità sulle reti televisive commerciali. La collaborazione con Mike Bongiorno dura per anni, facendo del prosciutto Rovagnati un protagonista nelle case degli italiani. Il marchio a fuoco sulla cotenna, ispirato alla tradizione parmense, rafforza la percezione di qualità elevata, mentre il "Gran Biscotto" diventa sinonimo di eccellenza. In breve tempo, l’azienda aumenta l’export e conquista fama internazionale.
Nel 2008, con la scomparsa di Paolo, il timone passa ai figli, che ereditano una delle realtà più solide dell’industria alimentare italiana. Il legame con il padre resta centrale, tanto che l’unica immagine ufficiale utilizzata sui media ritrae la madre presidente e i due figli amministratori delegati, con alle spalle il ritratto di Paolo. Nessuna altra foto era concessa, a testimonianza del vuoto lasciato da un imprenditore lungimirante e innovativo.
Nonostante il cambio generazionale, l’azienda continua a crescere senza battute d’arresto, grazie a strategie mirate e a un’espansione anche per acquisizioni. Oggi Rovagnati registra un fatturato di 318 milioni di euro, impiega 1.200 persone e opera in oltre 20 Paesi.
Tra le operazioni più prestigiose spicca l’acquisizione, nel 2014, della storica Berkel, leader mondiale nella produzione di affettatrici di lusso, trasformate negli anni in autentici oggetti di culto. Salvata da un concordato preventivo, Berkel torna a prosperare sotto la guida della famiglia Rovagnati.
Negli ultimi anni, l’azienda ha investito in diverse direzioni strategiche, con particolare attenzione alla sostenibilità. Uno degli obiettivi principali è il perfezionamento di un processo di conservazione senza nitriti, una tematica particolarmente cara a Lorenzo. In una delle sue ultime interviste, rilasciata a L’Economia del Corriere della Sera, aveva dichiarato: «Il futuro di Rovagnati è indissolubilmente legato alla sostenibilità in ogni sua forma. Crediamo fermamente che solo una forte responsabilità nei confronti di tutti i nostri stakeholder possa garantire la solidità della nostra azienda nel lungo periodo. Questo è il principio che chiamiamo qualità responsabile».