Per un tifoso della Fiorentina il "trasloco" forzato dalla curva Fiesole alla curva Ferrovia-Mario Cecchi Gori è quasi come dire a un livornese dell'Ardenza di prendere la residenza sotto la Torre pendente. E per capirlo basta leggere un autentico atto di amore scritto da Alessandro Latini sul quotidiano La Nazione. "Chi non c'è mai stato non potrà mai capire - scrive -, chi non è tornato a casa con i piedi e la testa fradicia, senza voce o con la faccia infuocata dal sole non avrà mai la fantasia per immaginarsi cosa sia una partita così fuori strada e lontana da ogni normalità. Fiesole alle spalle e il cuore nudo davanti a una visione impossibile. Una porta ai tuoi piedi, l'altra piantata sull'orizzonte, laggiù".
Continua: "C'è quello che grida 'gooool' perché vede i giocatori festeggiare. Ma qui non si abbraccia. Si stringe. Qui, mentre alzi le braccia al cielo, pensi a come mantenere l'equilibrio quando mezza curva precipita giù per arrivare più vicina al campo, ai suoi giocatori, all'erba di casa sua". Ora quella Curva non c'è, nel senso fisico, perché allo stadio Artemio Franchi ci sono i lavori in corso. Della Fiesole è rimasta l'anima, il cuore, temporaneamente trasferito dall'altra parte del corpo, il Corpo Viola.