Christopher Lambert, attore francese-statunitense noto per il ruolo di Connor MacLeod in Highlander, deve convivere con un fastidioso problema legato alla vista.
Lambert è affetto da una forte miopia che lo accompagna fin dall’adolescenza. In un’intervista al Corriere della Sera del 2024, ha raccontato come questo difetto visivo fosse diventato un complesso durante gli anni scolastici, al punto da indurlo a verificare ossessivamente il suo aspetto allo specchio.
Un'allergia gli ha impedito di utilizzare lenti a contatto, costringendolo a recitare spesso senza occhiali, con conseguenti incidenti sul set. Questo handicap ha influenzato anche la sua scelta di ruoli, orientandosi verso personaggi che non richiedevano una visione nitida, come i film d’azione o di fantasia.
Durante le riprese, gli incidenti legati alla visione sfocata sono stati frequenti: in un’intervista, Lambert ha raccontato di aver sbagliato posizioni o gesti a causa della difficoltà nel valutare le distanze, costringendolo a verificare costantemente le indicazioni del regista.
La miopia ha reso complesso l’uso di oggetti di scena o l’interazione con elementi a media distanza. In La dottoressa Giò (2019), la sua partecipazione ha suscitato critiche per un aspetto "teso", attribuito non solo a presunti interventi chirurgici, ma anche all’affaticamento oculare derivante dallo sforzo di mettere a fuoco i dettagli in ambienti televisivi con luci intense.
Questo handicap ha inoltre ridotto la sua capacità di improvvisare, costringendolo a seguire rigidamente le indicazioni del copione per evitare errori.
Nonostante le difficoltà, la miopia non ha fermato la carriera di Lambert. Ha sviluppato tecniche compensatorie, come l’uso di lenti graduali o l’affidamento a collaboratori per verificare dettagli tecnici.
Un altro aspetto rilevante della sua salute è il problema con l’alcol affrontato in passato. In un’intervista recente, Lambert ha ammesso di aver avuto un rapporto conflittuale con l’alcol, risolto con una decisione improvvisa: "Mi stavo facendo del male. Un giorno mi sono detto: ora basta!".
Questo approccio pragmatico riflette il suo carattere diretto, evidenziato anche nella gestione del suo stile di vita attuale, tra attività imprenditoriali e progetti cinematografici.
Non ha mai parlato di ricadute o di un percorso di riabilitazione, suggerendo un superamento autonomo, senza l’aiuto di strutture specializzate.