08 Apr, 2025 - 22:03

Perché Elon Musk esorta Trump a revocare i dazi?

Perché Elon Musk esorta Trump a revocare i dazi?

Nonostante l’alleanza strategica tra Musk e Trump, le nuove politiche tariffarie rischiano di danneggiare direttamente gli interessi economici del magnate. Musk, che aveva appoggiato Trump nel corso della campagna elettorale del 2024 e assunto un ruolo chiave nel nuovo governo, oggi si trova a fare i conti con le conseguenze pratiche delle scelte del presidente. 

Trump e Musk, un’alleanza strategica

Il secondo mandato di Donald Trump è noto anche per un'alleanza importante: quella con l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk. Musk ha appoggiato Trump durante la campagna elettorale del 2024 non solo attraverso donazioni ma anche con un sostegno personale, con i post su X, social network di sua proprietà, e con le partecipazioni in persona ad alcuni raduni del tycoon.

Con l’insediamento di Trump, Elon Musk ha avuto un importante compito: tagliare la burocrazia del governo federale e renderlo più snello. Il dipartimento per l'efficienza governativa, di cui lui è a capo, ha già proceduto al licenziamento di dipendenti federali e alla chiusura di diverse agenzie governative.

Anche se recentemente un articolo ha svelato che Musk presto lascerà il suo incarico, l’amministrazione Trump sembra riconoscere l’importanza del suo impegno. In effetti, in un’intervista recente, il vicepresidente americano JD Vance ha affermato che “Elon rimarrà un amico e un consigliere sia per me che per il presidente”.

L’alleanza Trump-Musk appare intatta ma i primi segnali di disaccordo arrivano dopo poco più di tre mesi, sui dazi. Trump, oltre a rendere il governo federale più piccolo, ha un importante obiettivo: quello di rendere l’economia americana di nuovo grande. Il presidente americano, anche durante la campagna elettorale, ha più volte descritto le tariffe come una leva per affrontare le disparità commerciali. Per Trump prevalgono gli interessi del proprio paese, anche a costo di oscillazioni nei mercati e dei timori diffusi su un eventuale periodo di recessione. Non c’è da stupirsi sulle posizioni di Musk.

Musk sfida Trump sui dazi: “Serve una zona di libero scambio con l’Europa”

Elon Musk si è già espresso in favore di "una situazione di zero dazi" tra gli Stati Uniti e l'Europa. Trump, infatti, ha imposto dazi a tutti i partner commerciali, come aveva preannunciato.

"Alla fine, spero che si concordi sul fatto che sia l'Europa che gli Stati Uniti dovrebbero idealmente passare, a mio avviso, a una situazione di zero tariffe doganali, creando di fatto una zona di libero scambio tra Europa e Nord America", ha dichiarato al Congresso della Lega.

Musk ha poi attaccato duramente il consigliere commerciale di Trump, Peter Navarro, per aver elogiato le tariffe. Ha anche condiviso un video dell’economista Milton Friedman che parlava dei benefici del libero scambio.

Musk lancia l’allarme dazi

L'annuncio dei dazi ha fatto oscillare anche le azioni di Tesla. Musk, però, era già consapevole delle conseguenze delle politiche tariffarie di Trump. Ha infatti affermato, riferendosi alle tariffe automobilistiche imposte dal presidente, che “Tesla NON è indenne da questo punto di vista”. “L'impatto tariffario su Tesla è ancora significativo”, ha aggiunto.

Oltre a questa azienda, anche SpaceX e Neuralink, che fanno affidamento sui produttori asiatici, devono far fronte a un aumento dei costi nella catena di approvvigionamento, legati ai materiali. Queste aziende dovranno affrontare l'aumento dei costi delle materie prime, come acciaio e alluminio, così come dei metalli delle terre rare.

I magnati delle Big Tech, in primis Elon Musk, hanno puntato su Trump. L'appello di Musk per una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, le critiche al protezionismo del tycoon e le tensioni emerse attorno ai dazi mostrano che anche l’intesa più solida può incrinarsi quando si toccano i nervi scoperti del business. Chissà se questo momento particolare segnerà anche l'allontanamento di Musk dalla Casa Bianca.

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Nazlican Cebeci
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