Il finale di You ha lasciato molti spettatori con emozioni contrastanti. Alcuni si sono detti soddisfatti dell'epilogo, mentre altri si sono sentiti delusi.
Nonostante questo contrasto di pareri, pochi sanno che la conclusione che abbiamo visto su Netflix non era quella originale.
Gli sceneggiatori, infatti, avevano immaginato un finale molto diverso per Joe Goldberg, con un destino forse meno aperto e più crudo. Ma tra esigenze narrative, reazioni del pubblico e riflessioni dell’ultimo minuto, la direzione è cambiata.
Ecco qual era il finale alternativo.
La quinta e ultima stagione di You ha finalmente portato Joe Goldberg (interpretato da Penn Badgley) a fare i conti con il suo oscuro passato.
Il finale lo vede condannato all'ergastolo, rinchiuso in una prigione che rispecchia le gabbie emotive e letterali in cui ha intrappolato le sue vittime per anni. Una conclusione netta, che segna la fine della sua lunga scia di omicidi, ossessioni e manipolazioni.
Questo finale, però, non è stato l'unico preso in considerazione. Gli showrunner della serie, Michael Foley e Justin L., hanno rivelato in un'intervista al New York Post che avevano inizialmente concepito un destino molto diverso – e decisamente più macabro – per il loro protagonista.
L'idea scartata prevedeva una fine ben più drastica per Joe: la morte. E non una morte qualsiasi, ma per mano della sua ultima ossessione amorosa della quinta stagione, Bronte (Madeline Brewer).
Foley ha descritto una versione particolarmente audace di questo finale alternativo: Joe sarebbe stato colpito da Bronte, ma il pubblico non se ne sarebbe reso conto immediatamente.
Solo nell'episodio finale si sarebbe svelato che Joe stava agendo... come un fantasma. Una svolta soprannaturale che lo avrebbe costretto ad affrontare la sua "giustizia" solo nell'aldilà.
Questa opzione, sebbene drammatica e macabra, è stata accantonata. La decisione, invece, di mettere Joe in prigione, è arrivata solo "a stagione avanzata", dopo aver valutato attentamente le diverse possibilità.
La scelta di optare per l'incarcerazione non è stata casuale. Secondo gli showrunner, mandare Joe in prigione serviva uno scopo narrativo e tematico più profondo che la semplice morte non avrebbe potuto raggiungere.
Fin dall'inizio, gli autori erano determinati a non redimere Joe. Il loro obiettivo era farlo confrontare con le conseguenze reali delle sue azioni, con le vite che aveva distrutto e, soprattutto, con se stesso.
La morte, per quanto potesse sembrare una punizione adeguata, sarebbe stata, in un certo senso, una via di fuga. Non avrebbe costretto Joe a vivere giorno dopo giorno con il peso dei suoi crimini.
La prigione, invece, lo condanna a ciò che forse teme di più: la solitudine assoluta, l'impossibilità di inseguire nuove ossessioni, la perdita totale di controllo.
Come ha sottolineato Foley, c'era una potente ironia nel rinchiudere Joe "in una vera e propria gabbia", capovolgendo il suo stesso modus operandi contro di lui. Privarlo della possibilità di manipolare e sedurre, significava colpirlo nel suo nucleo più profondo.
Inoltre, l'idea del fantasma, per quanto intrigante, rischiava di scivolare in un cliché narrativo ("era tutto un sogno" o simili) che avrebbe potuto indebolire l'impatto emotivo della conclusione.
La scelta di concludere You con Joe dietro le sbarre appare quindi come la più coerente e soddisfacente. Non offre una catarsi immediata o violenta, ma una lenta e inesorabile resa dei conti.
Joe non viene semplicemente eliminato in modo semplicistico, ma viene costretto a esistere in uno spazio dove le sue maschere e le sue bugie non servono più, affrontando l'unica persona da cui non può scappare: se stesso.
È un finale che rispetta la complessità oscura del personaggio e offre una chiusura tematicamente potente alla serie.