"Un altro piccolo favore” è il secondo capitolo di "Un piccolo favore" thriller con una vena di humor nero, che vede protagoniste Anna Kendrick e Blake Lively.
Mentre il primo capitolo fu rilasciato su Netflix, questo sequel è stato rilasciato ieri, primo maggio, su Prime Video.
Se ti sei trovato a chiederti cosa significhi davvero il finale – sorprendente, forse spiazzante – non sei il solo.
In questo articolo proviamo a dare una spiegazione e a rispondere a una domanda semplice: vale la pena guardarlo?
Il sequel di un piccolo favore, "Un Altro Piccolo Favore", riprende le fila con le nostre protagoniste preferite (e nemiche giurate): la dolce e un po' ingenua Stephanie (Anna Kendrick) e l'affascinante e pericolosa Emily (Blake Lively).
Stavolta l'azione si sposta in Italia, nella splendida Capri. Emily, uscita di prigione grazie al suo nuovo, ricchissimo fidanzato italiano, Dante Versano, invita Stephanie al suo matrimonio imminente e le chiede di farle da damigella d'onore. Ovviamente, Stephanie capisce subito che sotto c'è qualcosa che non quadra e l'odore di guai è nell'aria.
E infatti, non ci vuole molto perché le cose precipitino: omicidi, incidenti sospetti, segreti che vengono a galla... e Stephanie si ritrova di nuovo invischiata fino al collo, addirittura accusata di aver ucciso il marito di Emily (Michele Morrone).
Ecco il trailer:
Uno dei segreti più grossi riguarda la famiglia di Emily. Ricordi che aveva una gemella, Faith, uccisa da Emily nel primo capitolo?
Beh, salta fuori che c'era una terza gemella, Charity, che tutti credevano morta alla nascita. In realtà, la perfida zia Linda l'aveva rapita e cresciuta come sua, trasformandola in una pedina fredda e spietata per i suoi piani di frode.
Charity, ormai adulta, nutre un amore profondo e un po' ossessivo e malato per la sorella "perduta".
Altro segreto bomba: la storia d'amore tra Emily e Dante? Tutta una finta! O meglio, erano amici da giovani, ma Dante era in realtà gay e innamorato di Matteo, il figlio di una famiglia mafiosa rivale.
Sposando Emily, Dante avrebbe ottenuto una copertura "rispettabile" agli occhi dei clan mafiosi più conservatori, e avrebbe garantito la pace tra le famiglie, permettendo a lui e Matteo di stare insieme. Emily, in cambio, otteneva la libertà dalla prigione grazie ai potenti avvocati di Dante.
La zia Linda, interpretata da Allison Janney (la madre era Jean Smart nel primo film, qui Elizabeth Perkins), arriva a Capri con un piano. Inizialmente vuole solo ricattare Emily per spillare soldi, ma quando le cose si complicano, tira fuori il piano B: sostituire Emily con la più controllabile Charity, uccidere Dante dopo il matrimonio e incastrare Stephanie per tutto, facendola arrestare o eliminare dalla mafia.
Il culmine è uno scontro mozzafiato sulle scogliere di Capri tra Stephanie, Emily, Charity e la zia Linda. Sembra che per le nostre protagoniste sia finita, ma qui entra in gioco l'amore contorto di Charity per Emily.
Quando Linda sta per uccidere Emily, Charity si ribella: ferisce la zia e la butta giù dalla scogliera, uccidendola. Poi, convinta da un bacio di Emily (e un placcaggio di Stephanie), accetta di prendersi la colpa di tutto e tornare in prigione fingendosi Emily.
Così, la vera Emily è di nuovo libera, ma non del tutto. La madre di Dante, Portia, Elena Sofia Ricci, una boss mafiosa, capisce (o sospetta fortemente) la verità sullo scambio di gemelle.
Invece di punirla, "recluta" Emily nella famiglia, usandola come agente speciale per i loro "piccoli favori" in giro per il mondo. Emily è libera, ma ora ha un debito (e una minaccia implicita) con la mafia.
La scena finale, infatti, vede Portia chiedere a Emily un piccolo favore e passarle un bigliettino.
Nel frattempo, Stephanie ottiene sorprendentemente la custodia di Nicky, il figlio di Emily e del defunto Sean. Come? Probabilmente grazie ai potenti avvocati della famiglia mafiosa, legati a Emily. Ora Stephanie è una scrittrice di successo e può crescere Nicky insieme a suo figlio Miles.
Per quanto io ami gli attori di questo secondo capitolo (Lively, Kendrick, Ricci, Morrone), un solo aggettivo ha balenato nella mia mente per buona parte del film: grottesco e inverosimile.
Partiamo con i soliti clichet italiani: la mafia. Chi può essere Dante Versano se non un ricchissimo capo-mafia?
E che dire dei suoi bodyguard con cappello da cowboy e mitra spianati durante il matrimonio?
E vogliamo parlare del doppiaggio in accento napoletano storpiato che viene riservato proprio a Michele Morrone?
Infatti vi consiglio di vedere le parti che riguardano lui in lingua originale e con sottotitoli, molto meglio. Il doppiaggio di Dante, infatti, rende il tutto ancora più kitch.
E la morte di Sean avvenuta con una misteriosa puntura sul dito che lo ha fatto sanguinare da ogni orifizio?
E che dire del fatto che il giorno dopo l'assassinio di suo padre, il figlio Nick riesca a partecipare al matrimonio di sua madre come se non fosse accaduto nulla, giocando anche con il drone?
Per non parlare dell'assurdità della terza sorella gemella. Questa sì che sembra proprio una forzatura della trama.
Il problema, quindi, non sono gli attori che, lo ripeto, presi singolarmente ci hanno regalato un'ottima performance: super affascinante il personaggio di Blake, fantastica e ironica la Kendrick, bravo, anche se poco credibile il personaggio, Morrone e strepitosa Elena Sofia Ricci.
Ma la sceneggiatura non regge. Secondo me. Aspettiamo il terzo capitolo per capire come si evolverà il tutto, adesso che la mafia è ufficialmente protagonista.