Una società armonica si fonda sull’unione fra uomo e donna, tradotto: nessuno spazio per le famiglie arcobaleno. Ancora un’occasione mancata per la Chiesa cattolica di dare voce a una parte di fedeli spesso trattati come invisibili. Almeno così denunciano le associazioni vicine al mondo LGBTQ. Gli osservatori esterni, dal canto loro, restano di stucco: Prevost non era considerato un “bergogliano moderato”?
Proprio così, Prevost è un moderato, e la sua visione sulle famiglie arcobaleno – nessuna condanna ma neanche una concreta apertura – è la sintesi della visione più conservatrice e più “centrista” della Chiesa. Una visione che non deve sorprendere e che era prevedibile da parte dell’ex cardinale statunitense nominato Papa lo scorso 8 maggio. In passato, Prevost ha espresso considerazioni molto conservatrici sul tema delle famiglie arcobaleno e sull’apertura da parte della Chiesa.
Secondo diverse testimonianze, il Santo Padre nel 2012 – un anno prima delle dimissioni di Ratzinger e dell’elezione di Papa Francesco – si è detto contrario alla diffusione di modelli familiari alternativi a quelli tradizionali. Qualche anno dopo, l’attuale Papa si è schierato dalla parte dei pro vita non rappresentati dai Dem dopo l’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti: era il 2016.
“Per una società armonica è necessario che i governi investano sulla famiglia uomo-donna”, a dirlo è Papa Leone XIV, dopo aver ricevuto in udienza il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede nella giornata di ieri, 16 maggio 2025. Secondo il Santo Padre, sarebbe necessario adoperarsi per combattere le disparità globali e ogni governo deve costruire società civili armoniche e pacificate.
Ciò può essere fatto anzitutto investendo sulla famiglia, fondata sull'unione stabile tra uomo e donna.
Posizioni che non sorprendono. Solo qualche anno fa, l’attuale Leone XIV ha espresso il proprio sostegno alla linea del governo paraguaiano nel 2017:
Tornando ancora più indietro nel tempo, secondo quanto riportato dal New York Times, in un discorso del 2012 Prevost aveva criticato lo stile di vita omosessuale e le “famiglie alternative” formate da coppie dello stesso sesso e dai loro figli adottivi. Il futuro Papa ha poi accusato i media occidentali di mostrare troppa simpatia verso credenze e pratiche incompatibili con il Vangelo.
Come se non bastasse, Prevost aveva inoltre chiarito che il termine "famiglie alternative" è improprio, poiché le coppie omosessuali "non possono essere considerate famiglia, dato che la famiglia nasce dal matrimonio, e il matrimonio è un’istituzione valida solo tra un uomo e una donna". Pur mantenendo questa posizione, in linea con il pensiero di Bergoglio, Prevost avrebbe comunque aderito alla dichiarazione Fiducia supplicans, che apre la strada a benedizioni pastorali per le coppie omosessuali.
Sebbene venga definito come un progressista moderato, Papa Leone XIV ha un passato da conservatore. La posizione sulla famiglia tradizionale è solo una delle diverse opinioni che fanno storcere il naso a chi sperava in un Santo Padre molto più progressista. In passato, Prevost ha parlato anche contro l’aborto e l’eutanasia. Proprio sull'interruzione della gravidanza, il neoeletto Papa biasimò 9 anni fa Hillary Clinton accusandola di non aver prestato attenzione all'elettorato democratico "pro vita". Una scelta, secondo Prevost, che sarebbe costata molto cara all'ex first lady in corsa contro Donald Trump.
Posizioni dunque inconciliabili per un papa che si possa definire progressista. Leone XIV ha iniziato il suo pontificato da poco meno di una decina di giorni, sarà interessante ora vedere come si occuperà degli altri temi che in passato ha trattato in ottica molto più conservatrice.