24 May, 2025 - 16:13

Mistero risolto dopo quasi 40 anni: riappare il busto rubato dalla tomba di Jim Morrison

Mistero risolto dopo quasi 40 anni: riappare il busto rubato dalla tomba di Jim Morrison

Era scomparso nel nulla, inghiottito da un mistero lungo quasi quarant’anni. Il busto marmoreo che ornava la tomba di Jim Morrison al cimitero parigino di Père-Lachaise è stato ritrovato in circostanze del tutto inaspettate: nel bel mezzo di un’indagine anticorruzione condotta dalla polizia francese.

La scultura, trafugata nel 1988, è stata a lungo oggetto di leggende, rimpianti e proteste da parte dei fan del leggendario frontman dei Doors, che da decenni si recano in pellegrinaggio sulla sua tomba. Oggi, questo simbolo del culto morrisoniano sembra destinato a riscrivere un capitolo della sua lunga epopea.

Un ritrovamento inatteso: il busto riemerge dopo 37 anni

Sembra una storia uscita dalla pellicola di "Indiana Jones" o "The Librarian", invece quella del furto del busto marmoreo di Jim Morrison non era una caccia al tesoro né tanto meno una missione archeologica. E se per i fan è stato un vero e proprio rapimento, per la polizia francese è stata una pratica finita nel dimenticatoio.

Almeno, fino a oggi. Il busto raffigurante Jim Morrison è stato ritrovato per puro caso durante una perquisizione legata a un caso di frode finanziaria. L’annuncio è arrivato direttamente dal Dipartimento di Polizia Giudiziaria di Parigi attraverso un post su Instagram: una foto della scultura e poche parole che hanno subito scatenato clamore tra fan, curiosi e nostalgici.

La scultura, realizzata nel 1981 dallo scultore croato Mladen Mikulin in occasione del decimo anniversario della morte del cantante, era stata rubata il 9 maggio 1988. Da allora, nessuna traccia. Nessun testimone, nessun sospettato. Solo domande: chi l’aveva portata via? E soprattutto, perché?

Il busto - 128 chili di marmo bianco - è emerso integro, seppur segnato dal tempo: il naso spezzato e i graffiti che lo ricoprivano al momento del furto sono rimasti lì, congelati insieme al mistero. Ora, però, la domanda è un’altra: tornerà mai sulla sua tomba?

La tomba più visitata di Parigi (e la più vandalizzata)

La tomba di Jim Morrison non è solo un luogo di sepoltura. È un altare pagano, una meta di pellegrinaggio, una reliquia moderna per chi ha trovato nei versi oscuri dei Doors e nella voce profonda di Jim una guida spirituale.

Sepolto nel 1971 a soli 27 anni, dopo essere stato trovato senza vita in una vasca da bagno parigina, Morrison riposa tra le tombe di Oscar Wilde, Edith Piaf e Marcel Proust. Ma è la sua lapide ad attirare ogni giorno decine, talvolta centinaia, di visitatori.

Fiori, lettere, bottiglie di vino, poesie scritte a mano. La tomba è da sempre un luogo vivo. A volte troppo. Per anni è stata al centro di polemiche per lo stato di degrado causato dai fan più esuberanti: murales, scritte, rifiuti.

Dopo il furto del busto, nel 1988, il sito è stato sottoposto a videosorveglianza, nel tentativo di arginare gli eccessi. Ma l’aura di Morrison - fatta di misticismo, bellezza decadente e ribellione - continua ad attirare.

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La quantità di persone che accorrerebbero qui solo per vedere di nuovo il busto sarebbe incredibile. Ma il cimitero non riuscirebbe a gestire un afflusso simile

Così ha dichiarato all'Associated Press la guida turistica parigina Jade Jezzini. Eppure, in molti sperano che la scultura torni al suo posto, come simbolo restituito a una memoria collettiva che non si è mai spenta.

Jim Morrison: il busto ritornerà sulla tomba?

Jim Morrison non era solo il cantante dei Doors. Era un poeta, un’icona della controcultura, un simbolo della giovinezza bruciata e delle passioni portate all’estremo. Con Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore formò nel 1965 una delle band più influenti della storia del rock, capace di creare album immortali come "The Doors", "Strange Days", "Morrison Hotel" e "L.A. Woman".

Nel 1971, stanco della fama e della pressione, si trasferì a Parigi. Tre mesi dopo, fu trovato morto. Nessuna autopsia, una causa ufficiale - insufficienza cardiaca - e innumerevoli teorie cospirazioniste che alimentarono il suo mito. Quel mito trovò nuova linfa nel 1991 con il film "The Doors" di Oliver Stone, in cui Val Kilmer (scomparso nell’aprile scorso) offrì un’interpretazione che definire "iconica" è riduttivo.

Quando il busto fu rubato, Morrison stava vivendo una seconda giovinezza culturale. Ora, dopo 37 anni, il ritrovamento della statua sembra chiudere un cerchio - o forse riaprirlo. Nessuno sa se tornerà sulla tomba. Il curatore del Père-Lachaise, Benoît Gallot, ha dichiarato a "Le Figaro" di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla polizia: "Non so se il busto ci sarà restituito".

Eppure, per i fan, quel volto scolpito rappresenta qualcosa di più della semplice effigie di un cantante. È un frammento di un’epoca, un feticcio emotivo, un pezzo di storia.

Per ora, resta sotto la custodia delle autorità. Ma una cosa è certa: Jim Morrison, ancora una volta, ha trovato il modo di tornare a far parlare di sé. Come se, anche da morto, avesse deciso che "this is the end"… fosse solo un’altra illusione.

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