Per chi si stesse chiedendo se il mitico film di Aldo, Giovanni e Giacomo, Così è la vita, sia ispirato a una storia vera, la risposta è no. Il sottotitolo "Una storia vera" è in realtà un elemento ironico, dietro il quale si nasconde un messaggio profondo.
La trama della pellicola è frutto della fantasia del trio comico e degli altri autori. Tuttavia i suoi personaggi prendono spunto proprio dalla vita reale. Il finale è una sorta di parabola sulla libertà.
La comicità, mescolata alla malinconia, al desiderio di redenzione e di libertà, impreziosite dallo stile esilarante degli attori, conferiscono al film un’atmosfera originale. Ecco un piccolo estratto:
Così è la vita è un film di e con Aldo, Giovanni e Giacomo, uscito nelle sale nel 1998. Una pellicola cult nel panorama del cinema italiano, che ha saputo raccontare fatti avvincenti, pieni di umanità, anche se non si ispira ufficialmente a una storia vera.
Gli sceneggiatori e il regista hanno messo al centro della narrazione il senso dell’amicizia, la voglia di libertà e di riscatto, il tutto mescolato con lo stile unico e inconfondibile del trio comico. Il risultato? Pieno di risate assicurato per gli spettatori, insieme a diversi spunti di riflessione.
Una caratteristica che infatti da sempre contraddistingue i film e gli spettacoli teatrali del trio è che oltre alla comicità c’è sempre spazio per riflettere, un significato profondo, un messaggio che supera i confini della semplice ironia.
E anche nel caso di Così è la vita la narrazione delle vicende sembra proprio vera, grazie all’autenticità in cui sono stati scritti e messi in scena i suoi personaggi. La verosimiglianza emotiva è la chiave del successo di Aldo, Giovanni e Giacomo: le loro storie sembrano sempre in grado di toccare l’animo di ogni spettatore, proprio perché potrebbero riguardare ognuno di noi.
La trama di Così è la vita non si ispira a una storia vera ma racconta la storia di tre personaggi fittizi: Aldo, detto Bancomat, è un detenuto evaso dal carcere di San Vittore, che nella sua fuga prende in ostaggio due persone.
Prima tocca a Giacomo, un poliziotto un po’ sognatore, che odia le armi e ama la scrittura, e che stava trasportando Aldo verso il tribunale quando viene disarmato e preso in ostaggio da quest’ultimo. La seconda “vittima” è il giocattolaio Giovanni, che chiede aiuto alla macchina della polizia con a bordo gli altri due protagonisti, dopo essere stato derubato della sua auto.
I tre iniziano così un viaggio pieno di avventure, incontri bizzarri e risate. Grazie alla formula del road movie, usata spesso dal trio comico, gli spettatori assistono a un’evoluzione dei personaggi.
Tutto cambia quando l’auto dei protagonisti finisce su uno strapiombo, ma Aldo, Giovanni e Giacomo riescono a salvarsi. Una volta tornati a casa però, le famiglie e i loro amici li credono morti.
Così decidono di vendicarsi, quando in realtà, una volta entrati nella camera ardente vedranno i loro cadaveri e scopriranno, grazie all’aiuto dell’angelo Clara, di essere stati morti per tutto quel tempo.
Il viaggio in auto dei personaggi del film rispecchia in realtà il loro cambiamento interiore e anche il mutamento dell’andamento della pellicola. Dal mix di risate e gag che accompagna tutto il corso della narrazione, si passa a un’atmosfera più “seria” nel finale, dove c’è spazio per una riflessione profonda e toccante.
Aldo non è un criminale cattivo, Giacomo è molto di più che un semplice poliziotto e Giovanni con la sua bontà riesce a toccare il cuore di chiunque.
L’equilibrio perfetto tra comicità e umanità è la chiave del successo del film. Il desiderio di redenzione e di libertà spiega il senso del finale: ognuno nella propria vita, seppur imperfetta, è alla ricerca della felicità e ha bisogno di avere/concedere una seconda possibilità. Del resto “così è la vita” è una frase che ispira a sorridere, seppur con un pizzico di nostalgia, nonostante tutto.