All'età di 82 anni si è spento Sly Stone, un mito della musica funk, a causa di una malattia contro cui lottava ormai da tempo: la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Questa patologia aveva compromesso gravemente le sue capacità respiratorie, in modo irreversibile.
La notizia della tragica scomparsa è stata diffusa dalla famiglia dell'artista lunedì 9 giugno 2025. Sly è stato uno dei massimi esponenti del funk, sia come solista che insieme alla sua band storica, la Sly & The Family Stone.
L'originale capacità di fondere sonorità del soul, della tradizione gospel americana e del rock lo ha reso uno dei cantanti più amati a livello internazionale. Per chi non lo conoscesse, ecco le sue canzoni più famose da riascoltare su Spotify:
Sly Stone, il cui vero nome era Sylvester Stewart, è morto a causa di una malattia che ha compromesso le sue funzioni respiratorie: la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). L'artista americano da tempo stava lottando contro questa patologia e alla fine si è spento all'età di 82 anni.
La famiglia ha annunciato la sua triste scomparsa con un messaggio trasmesso dall'ufficio stampa. Lascia i suoi tre figli, Novena, Sylvette e Sylvester, e la sua storica ex moglie Kathy Silva.
Nato in Texas, a Denton, il 15 marzo 1943, Sly Stone aveva 82 anni. Oltre a riscuotere successo come cantante, è stato un grande musicista e un abile produttore discografico. Cresciuto nella città di San Francisco, ha mosso i primi passi nella musica fondando un quartetto gospel insieme ai suoi tre fratelli, gli Stewart Four.
Ha iniziato a cantare all'età di 11 anni e poi si è messo alla prova anche come dj. Una personalità eccentrica, poliedrica, complessa, un mix che molto spesso lo ha reso un artista incompreso.
Considerato uno dei più grandi artisti del funk, ha saputo muoversi abilmente anche in altri generi, spaziando dal rap fino alla dance e al rock. È stato una delle principali figure in grado di coniugare la musica "black" con quella "bianca" a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Un'impresa eroica per quei tempi, dove l'integrazione razziale era tutt'altro che qualcosa di scontato e semplice.
Tra gli album più famosi di Sly Stone non possiamo dimenticare successi mondiali come Dance to the Music (1968), There’s a Riot Goin’ On (1971) e Fresh (1973).
L'uso della cocaina, tanti problemi con la band (con cui pubblicò l'ultimo album nel 1982, per poi intraprendere il suo percorso da solista) e il manager e un'incapacità di gestire il successo hanno portato la carriera dell'artista verso il declino nel giro di pochi anni.
Nonostante tutto, Sly è stato una figura di portata straordinaria nella musica, per il suo stile originale, l'enorme capacità di spaziare e fondere diversi generi e il suo impegno in questioni sociali.