Il conto alla rovescia è cominciato: il 27 giugno, Netflix rilascerà la terza e (forse) ultima stagione di "Squid Game", la serie sudcoreana che ha riscritto le regole del successo globale. Dopo settimane di attesa e due trailer pieni di indizi, i fan sono impazienti di scoprire come si concluderà il percorso di Seong Gi-hun, alias il Giocatore 456, in questa distopia spietata dove la sopravvivenza passa per giochi infantili trasformati in incubi ad alta tensione.
Questo il final trailer:
Nel secondo trailer ufficiale pubblicato da Netflix, il tono cambia radicalmente: a parlare è la voce rotta ma lucida della Giocatrice 149, interpretata da Kang Ae-shim. È un messaggio diretto a Gi-hun, un appello alla coscienza e alla determinazione, un'eco di tutte le perdite che hanno segnato il suo viaggio: "Non importa come la si guardi, la vita è ingiusta", sussurra, mentre scorrono immagini dense di suspense.
E poi l’affondo finale: "Sto cercando di porre fine a tutto questo". È la dichiarazione di guerra definitiva. Ma davvero tutto finirà qui?
Hwang Dong-hyuk, creatore e regista della serie, lo ha detto chiaramente: "Squid Game" è nato come una storia pensata in tre atti. Ogni stagione rappresenta una fase del percorso esistenziale e morale di Gi-hun, e la terza, secondo le sue parole, sarà quella in cui tutte le carte saranno scoperte.
L’ultima puntata della seconda stagione si è conclusa con un colpo di scena: Gi-hun, nuovamente prigioniero, è pronto a giocare la sua ultima partita. Ma stavolta non per vincere: per distruggere il sistema.
A rendere tutto ancora più intrigante è la presenza del Front Man, interpretato da Lee Byung-hun, che ha svelato al pubblico (ma non a Gi-hun) la sua vera identità: è l’ex Giocatore 001, uno dei primi vincitori dei giochi, diventato burattinaio del nuovo ciclo di morte.
La sua esecuzione pubblica del migliore amico di Gi-hun, Park Jung-bae, ha segnato il punto di non ritorno: la lotta non è più solo personale, ma simbolica. È Gi-hun contro il sistema, contro l’idea stessa dei giochi.
Netflix ha rilasciato una key art potente: il pavimento non è più colorato, ma macchiato di sangue. La pista arcobaleno ha lasciato spazio a un campo di fiori appassiti. Due sagome incombono in lontananza: non solo Young-hee, la bambola assassina della prima stagione, ma anche Chul-su, il suo inquietante "compagno" appena introdotto. È lui il volto del nuovo "Red Light-Green Light", un aggiornamento che promette ancora più tensione e brutalità.
Everyone say hi to Chul-su ???? Squid Game 3 coming 2025. pic.twitter.com/hCgNexjJbC
— Netflix (@netflix) January 1, 2025
Le foto ufficiali mostrano Gi-hun ammanettato, il Front Man smascherato, bare scoperte e guardie in tuta rosa che trascinano corpi insanguinati. Tutto sembra suggerire un'escalation. Ma a colpire di più è il messaggio implicito: il sangue scorrerà, ma questa volta la posta in gioco è l’intero sistema.
Nel mezzo dei titoli di coda della seconda stagione, una scena nascosta aveva già accennato a Chul-su. Ora sappiamo che sarà centrale nel prossimo ciclo di giochi. E se la seconda stagione ha introdotto la possibilità di votare per terminare il gioco, la terza potrebbe portare questa dinamica a un livello estremo, con scelte morali e alleanze imprevedibili.
Anche se la storia di Gi-hun si concluderà con la terza stagione - come confermato da Hwang - il mondo di "Squid Game" potrebbe continuare. L’idea di uno spin-off è stata già accennata in diverse interviste. Il creatore ha espresso interesse per raccontare la vita delle guardie, la loro origine, i momenti "di pausa" dal lavoro nei giochi mortali.
Ma anche il passato del Recruiter (Gong Yoo), morto all’inizio della seconda stagione, o i tre anni di buco temporale tra la prima e la seconda stagione, offrono spunti ghiottissimi. Hwang non esclude nulla, anzi, si dice aperto a tutto: "Quando ho un po' di tempo libero, mi piace buttare lì qualche idea e dare libero sfogo alla mia immaginazione", ha dichiarato.
La possibilità che nasca un vero e proprio "Squid Game Universe" non è affatto remota. D'altronde, se c’è qualcosa che questa serie ha insegnato è che le regole si riscrivono di continuo.
La terza stagione sarà il culmine di un viaggio psicologico, etico e sociale: Gi-hun dovrà affrontare le sue colpe, le perdite, ma soprattutto il senso di colpa che lo divora. "Volevo iniziare la terza stagione da quel punto di sconfitta totale", ha detto Hwang, "e vedere dove lo avrebbe portato".
Se sarà davvero l’ultima partita di "Squid Game" non lo sappiamo ancora. Ma una cosa è certa: sarà la più pericolosa di tutte.