24 Jun, 2025 - 21:40

Alvaro Vitali e il patrimonio dilapidato: i problemi economici dell'attore dopo la fine del successo

Alvaro Vitali e il patrimonio dilapidato: i problemi economici dell'attore dopo la fine del successo

Alvaro Vitali è stato uno dei volti più noti della commedia italiana, celebre soprattutto per il personaggio di Pierino, protagonista di una serie di film cult degli anni ’80.

La sua carriera è stata segnata da un successo travolgente e da guadagni che, all’epoca, sembravano inarrestabili. Eppure, la situazione economica dell’attore, scomparso il 24 giugno 2025, negli ultimi 30 anni era stata ben lontana dai fasti del passato.

Patrimonio di Alvaro Vitali

Negli anni d’oro della sua carriera, Vitali arrivava a percepire fino a 90 milioni di lire per un singolo film, come nel caso di “Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento” nel 1983, una cifra che all’epoca rappresentava un vero e proprio patrimonio personale.

Il successo di Pierino gli ha permesso di vivere una vita agiata, fatta di auto di lusso, viaggi e spese senza troppi pensieri: “Ero solo, i soldi all’epoca avevano un certo valore, perché non mi dovevo divertire? Se mi piaceva una macchina la compravo, e insieme all’auto arrivava pure la donna. Per 50 milioni di lire comprai il duetto dell’Alfa. Oggi mi dico: che stupido, se li tenevo, li avevo ancora”.

Tuttavia, la mancanza di una gestione oculata del denaro e la tendenza a spendere tutto ciò che guadagnava hanno avuto conseguenze pesanti.

Vitali stesso ha ammesso di aver sperperato quasi tutto, senza mettere nulla da parte per il futuro. “Più guadagnavo, più spendevo, senza lungimiranza”, ha raccontato in diverse interviste, sottolineando come molti artisti, travolti dal successo, non pensino a proteggere il proprio patrimonio.

I problemi con i contributi e la pensione “bassa”

Un altro fattore che ha inciso sulla situazione economica di Vitali riguarda la gestione dei contributi previdenziali da parte delle produzioni cinematografiche.

L’attore ha denunciato più volte che, nonostante avesse lavorato per circa 150 film, i contributi versati erano spesso inferiori al dovuto: “Se facevo un mese di riprese segnavano due settimane”.

Questo ha comportato una pensione mensile di circa 1.300-1.400 euro, una cifra che lui stesso definisce “bassa” rispetto alla mole di lavoro svolta in carriera.

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