Sean "Diddy" Combs è alle sue ultime battute. Come un brutto film horror, sembra arrivato al capolinea il lungo processo che ha visto il mogul sedere al banco degli imputati per traffico sessuale, abusi, rapimento, corruzione, sfruttamento della prostituzione e riciclaggio. Dal 5 maggio scorso, infatti, davanti a giudice e giuria del Tribunale di New York hanno sfilato vittime e testimoni dei "freak off", raccontando la loro verità.
Adesso starà al giudice Arun Subramanian e ai giurati decidere se dichiarare colpevole o assolvere il rapper e fondatore della Bad Boy Records. Intanto, nella giornata di ieri, 24 giugno 2025, la difesa e l'accusa hanno chiuso i loro casi, mentre l'ultimo testimone ha fatto la sua comparsa. Si tratta dell'agente speciale della Homeland Security Investigations, chiamato a fornire i dettagli su ciò che ha visto e udito durante i party più controversi del mondo dello spettacolo.
La difesa, invece, ha deciso di farsi da parte, non convocando alcun testimone e preparandosi alle arringhe finali previste per il prossimo venerdì. Ecco cosa sappiamo sulla 28esima giornata del caso che ha scioccato il mondo intero.
Sembra accaduto ieri, invece sono passati mesi - ben 9 - dall'arresto di Sean John Love Combs, meglio conosciuto come "P. Diddy", "Puff Daddy", "Love" e "Diddy", quel 16 settembre 2024. Tanti, troppi i capi d'accusa a gravare sulla testa del rapper che sin dagli anni '80 è riuscito a mettere su un impero musicale come pochi prima di lui.
Eppure, nessuna fortuna è riuscita a insabbiare i terribili orrori che centinaia di vittime hanno subito durante le sue feste sfrenate, aperte solo a una ristretta cerchia selezionatissima di vip del mondo non così dorato di Hollywood. Dopo l'arresto, il mondo ha aperto gli occhi, mentre tutti i riflettori puntavano sullo scandalo dei "White Party", o meglio, di ciò che succedeva dopo, ai "freak off".
Fiumi di droga, alcol, ma anche coercizione, violenza e prostituzione sono stati i tratti distintivi di questi festini al limite. E adesso Puff Daddy dovrà rendere conto.
Dopo mesi di udienze preliminari, il processo a Diddy è ufficialmente iniziato lo scorso 5 maggio 2025 e dopo 28 giorni intensi, tra testimonianze, accuse e smentite, potrebbe concludersi prima dei solenni festeggiamenti del 4 luglio, con molta probabilità proprio questo venerdì, 27 giugno 2025
Ultimo, ma non per importanza, a comparire davanti al giudice Subramanian e alla giuria in veste di testimone è stato l'agente Joseph Cerciello, dipendente della Homeland Security Investigations - che non è coinvolto direttamente nel caso -, ha testimoniato in merito alle tabelle delle prove compilate dal governo.
L'agente, infatti, è stato chiamato a esaminare i grafici delle prove compilati dai pubblici ministeri e a confermare che le informazioni contenute nelle tabelle corrispondano alle prove presentate dall'accusa della colpevolezza del mogul. Si tratterebbe di centinaia e centinaia di pagine, messaggi, documenti, estratti conto e registrazioni telefoniche riassunte in 44 voci, che comprendono un periodo compreso tra maggio 2021 e agosto 2024.
Quanto spiegato da Cerciello, quindi, è stato oggetto anche del controinterrogatorio della difesa, che da mesi cerca di trovare falle nelle testimonianze chiamate dai pubblici ministeri. In particolare, elementi chiave per l'accusa sono le ore di filmati sessualmente espliciti che l'agente avrebbe confermato comparire nei grafici. Giudice e giuria hanno potuto vedere con cuffie e tablet alcune clip durante l'ultima giornata in aula, ma il materiale visionato - nel quale apparirebbe anche Combs - resta top secret.
Occhi puntati sul prossimo venerdì. Il mondo intero è rimasto con il fiato sospeso per capire come si concluderà il lungo processo al rapper, il quale si è rifiutato di testimoniare e ha, anzi, deciso di ringraziare il giudice Subramanian per l'"eccellente lavoro" svolto fino a ora.
Intanto, il suo esercito di avvocati sta preparando l'ultima arringa nella speranza di arrivare a un'assoluzione completa dell'imprenditore discografico. Il suo avvocaro, Marc Agnifilo, tuttavia, ha presentato con il suo team una mozione standard per ottenerla prima che la giuria esamini il caso. Secondo quanto riportato da TMZ, però, si sarebbe trattato per lo più di una mossa procedurale e di un tentativo disperato
Le arringhe finali inizieranno nella giornata di giovedì 26 giugno 2025, mentre la giuria potrebbe pronunciarsi già venerdì. Tuttavia, il verdetto potrebbe non arrivare prima della prossima settimana, anche a causa dell'imminente festività del 4 luglio.
Non solo. A pochi istanti dalla chiusura del caso, i pubblici ministeri hanno ritirato alcune testimonianze chiave presentate durante il processo. Da quanto riportato, infatti, l'accusa avrebbe ritirato le deposizioni inerenti al rapimento, al tentato incendio doloso e al favoreggiamento della tratta di esseri umani a scopo sessuale per "snellire" le istruzioni alla giuria, come richiesto dalle indicazioni del giudice in persona.
In realtà, parrebbe che il vero motivo dietro il ritiro di queste testimonianze sarebbe che i pubblici ministeri ritengono di aver fallito nel dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la colpevolezza di Diddy nel "rapimento" dell'ex dipendente Capricorn Clark e di Cassie Ventura. Caduta anche l'accusa di tentato incendio doloso, che vedeva nel mogul il principale imputato per l'esplosione dell'auto di Kid Cudi.
Rimane in piedi, però, la principale delle imputazioni: il traffico sessuale. Saranno semplicemente limati alcuni aspetti, come la questione del favoreggiamento. Dunque la partita resta più che mai aperta... almeno, fino a venerdì.