Erano le prime ore del 2 giugno 1981 quando Rino Gaetano è morto in un tragico incidente stradale sulla via Nomentana, a Roma. Una serata con gli amici, il ritorno a casa sulla sua Volvo. Poi lo schianto orribile contro un camion.
Aveva solo 30 anni. Il cantante, uno dei più geniali e controcorrente della scena musicale italiana, ha perso la vita in circostanze che hanno lasciato aperti interrogativi per anni. Non solo per la dinamica dell’incidente, ma soprattutto per quello che è accaduto subito dopo: sei ospedali lo hanno rifiutato.
Erano quasi le 4 del mattino - più precisamente le 3.55 di notte - quando la Volvo 343 di Rino Gaetano si è schiantata frontalmente contro un camion che procedeva nella direzione opposta. Secondo la ricostruzione ufficiale, il cantautore aveva trascorso la serata con alcuni amici in un locale, prima di mettersi alla guida da solo. Non risultano tracce evidenti di alcol o droghe nei referti dell'autopsia, ma le cause della sbandata restano tuttora poco chiare.
Il punto dello scontro era un tratto rettilineo della Nomentana, non lontano da casa sua. L’impatto è stato violentissimo: Rino è stato estratto vivo dalle lamiere dai soccorritori, ma in condizioni critiche. Aveva riportato gravi lesioni interne, soprattutto al torace e all'addome. A quel punto è iniziata una corsa disperata contro il tempo.
Qui la storia assume contorni drammatici e, per molti, scandalosi. Nonostante le sue condizioni disperate, Gaetano è stato rifiutato da ben sei ospedali romani: il Policlinico Umberto I, il San Giovanni, il Santo Spirito, il San Camillo, il CTO della Garbatella e il San Filippo Neri. Tutti dichiararono di non avere posti disponibili in rianimazione o in sala operatoria.
Solo dopo due ore l'ambulanza è riuscita a trovare accoglienza al Policlinico Gemelli, ma era troppo tardi: Rino Gaetano è morto poco dopo il ricovero, senza essere mai stato operato. La notizia ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha sollevato polemiche sull’inefficienza del sistema sanitario dell'epoca. Una morte evitabile? In molti, ancora oggi, se lo chiedono.
Il fatto che un giovane artista, reduce da anni di successo e amato dal pubblico, non sia stato soccorso in tempo ha contribuito ad alimentare il senso di assurdità che circonda la sua fine. Anche perché alcune delle ferite riportate, secondo i medici, sarebbero potute essere curate con un intervento tempestivo.
A rendere la vicenda ancora più inquietante sono alcune "coincidenze" notate dai fan e dagli studiosi della sua musica. Nel brano "La ballata di Renzo", scritto anni prima ma pubblicato solo postumo, Rino raccontava la storia di un ragazzo vittima di un incidente stradale che viene rifiutato da diversi ospedali e muore prima di essere curato.
I nomi degli ospedali citati nella canzone sono sorprendentemente simili a quelli che, anni dopo, avrebbero davvero rifiutato Gaetano. Questa coincidenza ha dato adito a speculazioni di ogni tipo. Alcuni parlano di profezia, altri di messaggi nascosti, altri ancora ipotizzano addirittura complotti politici.
Rino Gaetano era noto per le sue canzoni cariche di ironia ma anche di denuncia, spesso scomode per il potere. Aveva cantato della P2, dell’ENI, della corruzione e della politica in modo diretto e sarcastico. Troppo diretto?
Anche se non esistono prove concrete di complotti o sabotaggi, le stranezze legate alla sua morte alimentano ancora oggi un alone di mistero. Molti amici e collaboratori lo descrivevano come inquieto negli ultimi mesi, come se sentisse di essere nel mirino. Ma quanto ci sia di vero in queste teorie resta materia da approfondire, senza mai cadere nella trappola delle fake news.