Pier Silvio Berlusconi non ha avuto peli sulla lingua: i reality La Talpa condotto da Diletta Leotta e The Couple con Ilary Blasi lo hanno deluso completamente. "Sono i programmi più brutti che abbia mai visto. Mentre li guardavo, mi veniva la pelle d'oca dalla rabbia", ha dichiarato l'AD Mediaset presentando il nuovo palinsesto di Canale 5.
Parlano chiaro gli ascolti: share crollati al 10%, incertezza, chiusure anticipate, slittamenti. Il problema sarebbe stata la resa narrativa: "gli autori".
Ma forse possiamo analizzare più da vicino entrambi i reality, cosa accomuna i flop e che cosa, al contrario, continua a trainare quelli che riscuotono ogni anno grande successo.
La Talpa, andata in onda a novembre 2024, è naufragata forse proprio per il format: avrebbe dovuto generare suspense, tenere il pubblico inchiodato nella tensione. Il risultato è stato molto lontano dalle aspettative.
Le dinamiche si sono rivelate ripetitive e piatte per molti spettatori e le prove investigative non hanno avuto colpi di scena coinvolgenti. Il risultato? Un prodotto che in molti aspettavano per nostalgia (non andava in onda dal 2008) e che ha mostrato ritmi spenti e con zero varietà. In sostanza, ha annoiato più del previsto.
Diletta Leotta, scelta sicuramente per il suo appeal, l'esperienza con altri programmi, fresca di follower con il suo podcast Mamma Dilettante, ha deluso alla conduzione del reality e non è stata una colonna portante. La sua conduzione è stata percepita come poco sicura.
Si è persino parlato di direttive attraverso un auricolare, secondo Dagospia: sono aumentati i pregiudizi, è scesa la credibilità. Cambiamenti continui di programmazione, poi, misti alle sostituzioni da parte di altri programmi, hanno generato confusione e anche questo ha contribuito a far storcere il naso agli spettatori.
L'idea dietro a The Couple sembrava innovativa: attrarre chi si è stancato del classico reality e inserire elementi misti. E all'inizio, sembrava anche funzionare. Ciò che aveva attirato, tuttavia, è stata forse solo la curiosità. Il pubblico voleva rivedere Ilary Blasi a condurre in prima serata un reality dopo il successo dei prodotti Netflix Unica e Ilary e la conduttrice aveva alimentato interesse promuovendo il programma durante la finale del Grande Fratello come ospite in studio da Alfonso Signorini.
Il risultato però non si è fatto attendere: fughe fin dalla seconda puntata, con ascolti che dai 18,5% iniziali sono scesi fino al 7,7% – meno di un milione di spettatori. Dati che fanno rabbrividire, considerando che si parla di Canale 5.
A non funzionare: le dinamiche tra coppie percepite come artefatte e poco realistiche, momenti morti durante le sfide, giochi poco divertenti, percepiti anche "troppo trash" dall'occhio di chi guarda. Il montepremi, poi, di un milione di euro, invece di attirare, ha suscitato diffidenza: tanta posta in palio per cosa? Uno show povero di contenuti.
E il timing è stato decisamente il colpo di grazia: il reality è iniziato subito dopo il GF, con la stessa ambientazione e senza nemmeno un distacco di un paio di settimane. Era quasi inevitabile per il pubblico non mostrare saturazione e stanchezza.
Lo show, per non farsi mancare niente, è stato affiancato a programmi seguitissimi come Affari Tuoi o la Formula 1: sarebbe stato difficile per chiunque reggere il confronto. La sfortuna ha voluto anche che il clou del programma coincidesse con la morte di Papa Francesco, il 21 aprile: l’attenzione del pubblico, in quei giorni, era tutta altrove.
Adesso è lampante una ripetizione di problematiche: entrambi i programmi hanno subito collocazioni incerte e slittamenti che hanno allontanato il pubblico. Entrambe le conduttrici non sembravano centrate e i format erano troppo "complessi" per essere gestiti al meglio.
Gli spettatori iniziano sempre di più a prediligere format con scelte creative forti, decisive e non eccessivamente duraturi nel tempo.
Maria De Filippi, certezza di Mediaset in fatto di ascolti, con reality di punta come Uomini e Donne o Temptation Island, compie una selezione attenta e porta sullo schermo storie che sembrano il più possibile autentiche e vicine a chi guarda.
Si punta sulla credibilità emotiva, sui conflitti tra persone comuni. Il successo imbattuto di Temptation Island dimostra quanto sia ottimo un format breve (di circa 6 o 7 puntate), perché evita la stanchezza, mantiene alta l'attenzione, dà spazio a uno sviluppo narrativo coerente.
In più, è chiaro che Mediaset farebbe bene a evitare format ibridi o ambigui. Funzionano le formule con un concept chiaro e regole definite: così lo spettatore sa cosa aspettarsi e può affezionarsi. Inoltre, mescolare troppo l’aspetto del gioco a quello emotivo del reality forse non è la strada giusta. Il reality, in quanto tale, dovrebbe semplicemente mostrarci dinamiche tra persone "reali".
Forse è proprio per questo che nel 2025-26 avremo due diverse edizioni del Grande Fratello.