11 Jul, 2025 - 17:45

Jane Birkin, chi è la donna che diventò leggenda (anche) grazie a una borsa

Jane Birkin, chi è la donna che diventò leggenda (anche) grazie a una borsa

"Nei miei necrologi scriveranno "amavamo la borsa" o qualcosa del genere", ha detto una volta Jane Birkin con la sua consueta ironia. Forse voleva sdrammatizzare, ma oggi, due anni dopo la sua scomparsa, quella frase suona quasi profetica. Perché proprio il 10 luglio 2025, il primo prototipo della Birkin - la borsa nata da una sua esigenza e diventata mito - è stato battuto all’asta da Sotheby’s a Parigi per oltre 8,5 milioni di euro, stabilendo un nuovo record assoluto nel mondo del fashion.

Ma prima di prestare il suo nome a una borsa, Jane Birkin è stata - ed è - un’icona culturale. Una donna che ha rivoluzionato l’immaginario femminile europeo e che ha saputo trasformare la semplicità in uno stile di vita inimitabile.

Alle origini di Jane Birkin: chi erano i genitori?

Nata a Londra nel 1946, Jane Mallory Birkin non è stata soltanto un volto da copertina. Figlia dell'attrice Judy Campbell, musa di Noël Coward, e del comandante della Royal Navy David Birkin. È cresciuta in un ambiente creativo e stimolante, e si è avvicinata presto al mondo dell’arte e dello spettacolo.

Il grande pubblico l'ha conosciuta per la sua storia d’amore e arte con Serge Gainsbourg - incontrato sul set di "Slogan" nel 1968 -, per l’aria da eterna ragazza e per i capolavori come "Blow-Up" di Michelangelo Antonioni. Ma chi la amava davvero vedeva anche altro: una donna brillante, indipendente, allergica al glamour da red carpet ma con un magnetismo naturale. Jane parlava piano, pensava forte e non si è mai piegata alle convenzioni dello showbiz.

Trasferitasi in Francia, è stata adottata culturalmente dai parigini che l'hanno considerata da subito una di loro. La sua voce sussurrata e il suo inglese-francese cantilenante hanno conquistato il cuore dell’Europa. Ma ciò che l'ha resa unica è stato il suo approccio libero, spontaneo e gentile alla vita.

Accanto a Serge Gainsbourg, poi, insieme sono stati una delle coppie più iconiche della cultura europea. Non solo, insieme hanno realizzato l’album "Jane Birkin/Serge Gainsbourg", che includeva il controverso brano "Je t’aime… moi non plus".

Oltre alla carriera musicale, Jane ha continuato a recitare in film d’autore e commerciali, lavorando con registi come Jacques Doillon, Agnès Varda e Patrice Chéreau. La sua filmografia e discografia la rendono un'icona trasversale, amata sia dalla critica che dal pubblico.

Tanti amori e tre figli: la vita privata di Jane Birkin

La vita sentimentale di Jane Birkin è stata intensa e spesso sotto i riflettori. Dopo un primo matrimonio con il compositore John Barry, da cui ha avuto la sua primogenita Kate, Jane ha avuto una lunga relazione con Serge Gainsbourg, con cui ha condiviso una figlia, Charlotte Gainsbourg, oggi attrice e cantante di fama internazionale. In seguito ha avuto un terzo figlio, Lou Doillon, frutto della relazione con il regista Jacques Doillon.

Nonostante le sue relazioni abbiano sempre attirato l'attenzione dei media, Jane ha saputo mantenere una rara eleganza e discrezione. La sua casa parigina, le sue battaglie civili, la sua arte: tutto in lei ha raccontato una vita vissuta intensamente, ma con garbo.

La nascita della Birkin: un’idea tra le nuvole

La leggenda dice che tutto è cominciato su un volo Londra-Parigi nei primi anni '80. Seduta accanto a Jean-Louis Dumas, presidente di Hermès, Jane Birkin si è lamentata della mancanza di borse capienti e comode per le donne in movimento. Lei, giovane mamma, si era rassegnata a portare una cesta di vimini in giro. Ma quel giorno ha cambiato la storia della moda.

Dumas ha ascoltato. E ha disegnato. Lì, su un tovagliolo, è nata l’idea della borsa che avrebbe preso il nome dell’attrice. Una borsa grande, funzionale, ma anche elegante. Era il 1984 quando la prima Birkin Bag è stata realizzata: quella stessa borsa oggi è stata venduta per 8,582 milioni di euro, completa di tracolla fissa, anelli metallici chiusi, dimensioni inedite e soprattutto le iniziali J.B. incise a caldo.

Quell’esemplare, consumato dall’uso e decorato con adesivi politici e persino un tagliaunghie appeso da Jane stessa, non era un oggetto da museo, ma un compagno quotidiano.

L’eredità di una donna (e non solo di una borsa)

Jane Birkin non ha mai trattato quella borsa come un trofeo. Nel 1994 l'ha donata a un’associazione benefica contro l’AIDS, da lì è iniziata la sua vita come oggetto da collezione. Ma anche in quell’azione c’è stato tutto il suo spirito: generoso, sociale, mai vanitoso.

Per questo, oggi, la vendita record della Birkin prototipo - 8,5 milioni di euro sborsati da un collezionista giapponese - non è solo una notizia di moda, ma un tributo a una donna che ha lasciato il segno. Un prezzo quasi 20 volte superiore al precedente record per una Birkin (il famoso modello Himalaya da 450mila dollari), che segna un punto di svolta anche nel mondo del collezionismo fashion.

Sotheby’s ha definito la borsa come "più di un accessorio: un’icona culturale senza tempo, un must del red carpet, un pilastro delle riviste di moda". Ma chi conosce Jane sa che la vera icona è sempre stata lei.

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