Se ami le serie ricche di tensione, potresti incappare in Countdown nella tua lista su Prime Video.
La prima stagione di questo thriller psicologico ha già fatto parlare di sé per il ritmo incalzante e una trama che tiene incollati allo schermo. Ma vale davvero la pena guardarla o sarebbre meglio evitarla?
Se vuoi scoprirlo continua nella lettura.
Prima di continuare nella lettura guarda il trailer ufficiale:
Prime Video ha tentato di conquistare il pubblico delle serie d'azione ben prima di Netflix, ma con risultati altalenanti. I suoi prodotti, pur avendo budget importanti, hanno spesso condiviso un DNA fin troppo riconoscibile, quello delle serie da tv commerciale e così finiscono per assomigliarsi un po' tutti.
"Countdown", l'ultima arrivata, non fa eccezione. Anzi, sembra quasi scritta seguendo un manuale del perfetto "action-procedural", con tutti i cliché del caso.
La serie si apre con una scena che abbiamo già visto mille volte: un agente doganale viene brutalmente ucciso dopo aver scoperto qualcosa di grosso.
In risposta, l'FBI, guidato da un Eric Dane onestamente molto sprecato nel ruolo, crea una task force inter-agenzia per risolvere il caso. Ed è qui che incontriamo il nostro cast di eroi problematici, pescati direttamente da un catalogo.
C'è il detective del LAPD Mark Meachum (un Jensen Ackles che meriterebbe di meglio), un duro dal cuore d'oro che sta scontando una pena sotto copertura in un carcere di massima sicurezza.
C'è l'agente della DEA Amber Oliveras (Jessica Camacho), un'abile infiltrata che finisce sempre nei guai. E poi una serie di comprimari che sembrano più delle funzioni narrative che dei personaggi veri e propri.
Ovviamente, i due protagonisti, Meachum e Oliveras, partono subito con il piede sbagliato. Il motivo? Lui ha lasciato la sua ex, amica di lei, dopo averla tradita con la sorella. Una rivalità forzata che puzza di "tensione sessuale repressa" a un miglio di distanza, e che sappiamo già si evolverà in una riluttante fiducia e, probabilmente, in una notte di passione.
Come se non bastasse, ogni personaggio ha il suo "bagaglio emotivo" da manuale.
Meachum ha un tumore al cervello inoperabile che gli causa mal di testa nei momenti meno opportuni. Oliveras ha un problema con le stesse sostanze per cui arresta i criminali. Un altro membro della squadra piange ancora la perdita del figlio. Cliché su cliché, che servono solo a dare una finta profondità a figure altrimenti monodimensionali.
La trama stessa è un pasticcio prevedibile. Quello che inizia come un'indagine su un omicidio si trasforma rapidamente in una caccia a del materiale radioattivo rubato da un cartello, che minaccia di scatenare un "evento Chernobyl" a Los Angeles.
Una posta in gioco altissima, che però non riesce mai a generare vera suspense nel pubblico, perché ogni scena sembra telefonata.
Il primo episodio è un susseguirsi di sequenze d'azione – un inseguimento a piedi, uno in auto, una sparatoria e una rissa – che occupano la maggior parte del tempo e questo lascia poco spazio alla costruzione della storia o dei personaggi.
Il risultato è un prodotto senza sorprese, senza veri colpi di scena, che si appoggia sì a un cast di talento (Dane, Ackles e Camacho fanno del loro meglio per elevare dialoghi scadenti) ma che non riesce mai a decollare.
Persino il fascino e la bravura innegabile dei suoi protagonisti non basta a giustificare la visione di 13 interminabili episodi.
In un mercato saturo di serie d'azione, "Countdown" non offre nulla di nuovo o di interessante. È semplicemente una serie televisiva con un budget più alto, qualche parolaccia in più e una totale mancanza di originalità. Quindi, secondo me, potreste anche evitarlo.