26 Jul, 2025 - 12:59

Come finisce "I Segreti di Yellowstone"? La spiegazione del finale

Come finisce "I Segreti di Yellowstone"? La spiegazione del finale

Sabato sera in giallo su Rai 2: stasera, 26 luglio, la rete propone in prima serata "I segreti di Yellowstone" ("Disappearance in Yellowstone"), thriller firmato da Tony Dean Smith e prodotto da Lifetime. Un film che rientra nel filone classico delle "vacanze da incubo".

Una madre in fuga da un passato violento si ritrova nel bel mezzo di un intrigo misterioso, tra parchi nazionali, meccanici inquietanti e ranger fuori di testa. Ma come finisce davvero questa storia? Il finale è credibile? E che senso lascia allo spettatore?

"I segreti di Yellowstone": una corsa contro il tempo

La protagonista, Jessie (interpretata da Lucie Guest), è una madre single che fugge da un marito violento con la figlia Michelle, diciassettenne ribelle e nostalgica del padre. In viaggio verso il Canada, le due si fermano in un diner dove Michelle conosce Nolan, un giovane e apparentemente affabile ranger. È il primo passo verso un incubo.

Poco dopo, la macchina si rompe in una zona isolata vicino a Yellowstone. Jessie si allontana a piedi per cercare aiuto e trova rifugio presso Grant, un meccanico dall’aria ambigua ma gentile. Al suo ritorno, Michelle è scomparsa.

Inizia così un thriller ad alta tensione (almeno nelle intenzioni), in cui la protagonista cerca disperatamente la figlia, venendo paradossalmente trattata dalla polizia come la principale sospettata del rapimento. La tensione narrativa poggia su un assunto spesso usato in questo tipo di prodotti: le istituzioni non ascoltano le vittime, e solo l’istinto di una madre può salvarle.

Il villain? Lo conosciamo da subito

Il film, va detto, non gioca molto sul mistero. Il pubblico viene messo praticamente subito al corrente che Nolan è il rapitore, e anche se alcuni dettagli del suo movente restano fumosi fino alla fine, la narrazione si concentra più sulla lotta per la sopravvivenza che sulla suspense vera e propria. Questo indebolisce la tensione, rendendo la visione più simile a un conto alla rovescia piuttosto che a un vero giallo.

Il finale: una trappola e un orso

Il confronto finale si svolge in una capanna nel bosco, dove Nolan ha portato Michelle e, successivamente, imprigionato Jessie. È un ambiente già carico di tensione, circondato da trappole per orsi e simbolicamente immerso nella natura selvaggia, dove le regole sociali sembrano sospese.

Jessie riesce a liberarsi, affronta Nolan e lo attira in una delle trappole. Ma quando sembra avere la meglio, un vero orso fa irruzione nella scena, attaccando e uccidendo il rapitore. Un colpo di scena a sorpresa, che tenta di trasformare la natura stessa in alleata della protagonista, ma che risulta in parte involontariamente comico: un orso che arriva "al momento giusto" per risolvere tutto può sembrare più una trovata da cartoon che un elemento drammatico.

Epilogo: tutto bene, forse troppo

Nel post-finale, Michelle viene tratta in salvo, Grant si rivela l’uomo buono della situazione e Jessie riesce finalmente a ottenere il divorzio dal marito violento. Si lascia intuire la nascita di una nuova famiglia, con Jessie, Michelle e Grant pronti a ricostruire una vita serena.

Ma questa chiusura "felice" è forse la parte meno convincente del film. Il trauma che madre e figlia hanno subito - rapimento, violenze psicologiche, abbandono da parte delle autorità - viene completamente assorbito in una conclusione forzatamente positiva, in cui ogni problema sembra dissolversi in pochi minuti.

Non c’è spazio per metabolizzare l’orrore vissuto, né per dare profondità ai personaggi. Michelle passa da ostile a riconoscente, Jessie da vittima a guerriera, ma tutto avviene in modo così rapido e superficiale da sembrare poco credibile.

Un film che gioca con i cliché… senza superarli

"I segreti di Yellowstone" si inserisce nel solco delle produzioni Lifetime, specializzate in thriller televisivi a basso budget, spesso costruiti su sceneggiature schematiche e personaggi semplificati. Il film tenta qualche variazione, sfruttando gli spazi aperti e la simbologia della natura (l’orso, le trappole, l’isolamento), ma lo fa senza una reale tensione stilistica. Anche nei momenti più drammatici, l’effetto resta piatto, e gli snodi narrativi sono telefonati.

Il finale, che dovrebbe rappresentare l’apice emotivo e morale della storia, si risolve in una giustizia "naturale" (l’orso che uccide il cattivo), una nuova chance sentimentale (Grant) e un lieto fine che sembra voler rassicurare più che colpire. Una conclusione che chiude il cerchio, sì, ma senza lasciare molto altro.

Il finale de "I segreti di Yellowstone" tira le fila di un thriller tutto sommato prevedibile: la madre salva la figlia, il cattivo muore, e la vita può ricominciare. Ma sotto la superficie del lieto fine, resta la sensazione di un’occasione mancata: di costruire una storia che scava, anziché scivolare via.

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