26 Jul, 2025 - 20:37

"M. Il figlio del secolo": perché non ci sarà la seconda stagione? La spiegazione di Scurati

"M. Il figlio del secolo": perché non ci sarà la seconda stagione? La spiegazione di Scurati

La serie televisiva “M. Il figlio del secolo”, tratta dal romanzo di Antonio Scurati e diretta da Joe Wright, è stata uno degli eventi televisivi più seguiti e discussi dell’anno.

Acclamata dalla critica, seguita da milioni di telespettatori e protagonista anche di una première di rilievo al Festival di Venezia, la serie ha suscitato un enorme dibattito culturale e mediatico in Italia e all’estero. 

Perché la seconda stagione di "M. Il figlio del secolo" non ci sarà?

“M. Il figlio del secolo” narra la tumultuosa ascesa al potere di Benito Mussolini. Il suo successo non è solo cinematografico, ma anche sociale e culturale, fungendo da spunto per riflessioni sulla storia italiana e i rischi ricorrenti dell’autoritarismo.

Proprio per questo appare sorprendente che la serie, nonostante l’enorme apprezzamento di pubblico e critica – anche internazionale – non abbia ancora avuto il via libera per una seconda stagione.

La possibilità che non si realizzi un seguito è stata data come “altamente probabile” dallo stesso Antonio Scurati durante diversi incontri pubblici, tra cui quello al Giffoni Film Festival.

Lo scrittore ha espresso tutto il suo rammarico e la sua incredulità: «È abbastanza incredibile che una serie di questa bellezza, di questa potenza, non abbia ancora una seconda stagione.

L’accoglienza critica all’estero, anche in paesi esigenti come il Regno Unito, grida al capolavoro». Scurati ha anche sottolineato che, mentre altre serie internazionali vengono rinnovate già prima che escano, per “M.” non sono ancora stati avviati discorsi concreti per la lavorazione di nuovi episodi.

Se da una parte dirigenti di Sky Studios e produttori si sono detti ottimisti sulla possibile prosecuzione, sottolineando la volontà di «non poter non fare una seconda stagione», la realtà sembra ben più incerta al punto che lo stesso Scurati ha dichiarato: «Non è affatto certo che verrà realizzata».

Le minacce a Scurati

Le ragioni della mancata conferma sono complesse e plurime, e le dichiarazioni di Scurati lasciano intendere che i “ritardi” e i “no” ricevuti non siano solo di natura produttiva o commerciale.

Infatti, la serie – per sua esplicita natura – affronta la storia del fascismo in Italia, un tema ancora oggi politicamente “sensibile”, capace di generare tensioni e prese di posizione nel dibattito pubblico.

Scurati stesso ha sottolineato che le “micro censure” e i tabù su certi argomenti sono ancora enormemente diffusi nella società italiana e che “migliaia di persone si autocensurano ogni giorno” per paura delle possibili conseguenze sociali e personali.

Particolarmente forte e personale è diventata la testimonianza di Antonio Scurati, che alla notorietà dello scrittore ora affianca la narrazione di una crescente sensazione di insicurezza personale.

A seguito della sua presa di posizione pubblica (celebre il caso del monologo sul 25 aprile escluso dalla RAI e delle polemiche con ambienti governativi), Scurati ha raccontato: «Ho paura ad uscire di casa.

Ricevo lettere minatorie. Se ti arrivano a casa queste lettere, la vita cambia: esci comunque, ma guardi sempre a destra e a sinistra».

Lo scrittore ha spiegato come questa situazione sia il frutto di una serie di “attacchi personali denigratori”, di una campagna mediatica che lo ha dipinto come “profittatore” e, in modo ancora più inquietante, lo ha “disegnato un bersaglio intorno alla faccia”.

Scurati vede in questa deriva una nuova forma di violenza: non più fisica, ma intimidatoria, e denuncia il rischio che la libertà di parola venga soffocata proprio dalla paura e dall’autocensura.

Un caso emblematico e un tema d’attualità

Il caso della seconda stagione mancata di “M. Il figlio del secolo” è così diventato emblematico di una cultura ancora troppo restia a fare i conti con il proprio passato e con il rischio di ritorno di logiche autoritarie.

La vicenda personale di Scurati, che arriva a dichiarare di non sentirsi più sicuro neppure nella propria casa, aggiunge un ulteriore livello di riflessione sul rapporto tra arte, cultura e società, e sul peso delle parole quando esse diventano veicolo di verità scomode o ritenute “pericolose” per il potere di turno.

In attesa di (improbabili) sviluppi produttivi, “M.” resta una delle serie più importanti del panorama italiano contemporaneo. Ed è, forse proprio per questo, che fa ancora così discutere.

 

 

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