Se pensavate che "Red Zone - 22 miglia di fuoco" fosse solo un altro action adrenalinico da sabato sera su Prime Video, preparatevi a ricredervi. Dietro sparatorie, inseguimenti e corpi che volano più degli elicotteri, si nasconde un finale a sorpresa che ha lasciato molti spettatori con la bocca aperta. Cosa succede davvero negli ultimi dieci minuti? Chi è il vero traditore? E soprattutto: ci sarà mai un sequel?
Con la regia muscolare (e un po’ esplosiva) di Peter Berg, e Mark Wahlberg in versione "agente con problemi di gestione della rabbia", il film si è guadagnato una sua nicchia di fan. E ora, con il suo ritorno in streaming, la domanda è una sola: ma quindi, alla fine, chi ha fregato chi?
"Red Zone - 22 miglia di fuoco" parte già col piede sull’acceleratore. L’agente CIA James Silva guida una squadra segreta chiamata Overwatch. Missione iniziale? Recuperare del cesio pericolosissimo da una casa sicura in Russia. Spoiler: ci riescono, ma non senza lasciare una scia di distruzione.
Poi si vola in Indonesia, dove un misterioso poliziotto di nome Li Noor si presenta all’ambasciata americana chiedendo asilo. In cambio offre informazioni cruciali. L’unico problema? Devono portarlo in salvo per 22 miglia, schivando agguati, mine, attacchi militari e una quantità impressionante di russi armati fino ai denti.
La tensione cresce, il sangue scorre e il pubblico, da casa, si ritrova a trattenere il fiato mentre Wahlberg guida il convoglio più sfortunato del cinema recente.
Fino all’ultimo momento, Li Noor sembra il classico testimone da proteggere. Ma appena si abbassa la guardia, arriva la bomba narrativa. Noor non è un doppio agente, ma un triplo agente: lavora segretamente per il governo russo. Il suo compito? Ingannare la CIA fornendo informazioni false, portando alla rovina l’intera operazione.
Come se non bastasse, Vera Kuragin, la glaciale assassina russa che li inseguiva, si rivela essere la figlia di un altissimo funzionario di Mosca. Insomma, una saga familiare degna di una serie Netflix.
La svolta avviene mentre Alice Kerr, collega e confidente di Silva, si rende conto del tradimento. Ma è troppo tardi. Il quartier generale di Overwatch, guidato da John Malkovich nei panni di Bishop, viene brutalmente attaccato. Nessuno sopravvive. E la domanda aleggia: Alice è davvero morta sull’aereo?
Silva non ci crede. Rientrato dalla missione, partecipa a un debriefing e poi si chiude nella sua stanza. Affigge la foto di Noor e pronuncia la frase che tutti aspettavamo: "Giuro vendetta". Titoli di coda.
Il finale è costruito per aprire la porta a un seguito, e in effetti Peter Berg lo aveva detto chiaramente: "Red Zone - 22 miglia di fuoco" doveva essere solo il primo capitolo di una trilogia. Le intenzioni c’erano tutte, così come la mitologia da costruire attorno al personaggio di Silva.
Peccato che il film, all’uscita nel 2018, abbia fatto il minimo indispensabile al box office. La critica lo ha bollato come confuso e troppo frenetico. Ma poi è arrivata Netflix, e lì "Red Zone - 22 miglia di fuoco" ha trovato nuova vita. Il pubblico ha riscoperto la pellicola, e il finale aperto ha generato nuove speculazioni online. Alcuni fan hanno persino lanciato petizioni per il sequel.
Ad oggi, però, il secondo capitolo rimane nel limbo. Nessuna conferma ufficiale, ma nemmeno una smentita definitiva. E se la vendetta di Silva fosse solo in stand-by?
Intanto è possibile guardare, popcorn alla mano, "Red Zone - 22 miglia di fuoco" stasera, 28 luglio 2025 alle 21:20 su Rai 4, ma se vi è salita voglia di (ri)vederlo, nessun problema. Il film è disponibile in digitale su Prime Video, Apple TV, Google Play, Rakuten TV e Chili Cinema.
Alcune piattaforme offrono il noleggio singolo, altre l’acquisto, e con un po’ di fortuna lo trovate anche in rotazione su qualche canale TV.
Il consiglio? Guardatelo con il volume alto, il popcorn pronto e la giusta dose di sospensione dell’incredulità. Perché tra pallottole, pugni e colpi di scena… il vero spettacolo è Wahlberg che non sbatte mai le palpebre.