29 Jul, 2025 - 15:32

Come finisce "Dead for a Dollar"? Il film con Willem Dafoe tiene ancora incollati alla tv

Come finisce "Dead for a Dollar"? Il film con Willem Dafoe tiene ancora incollati alla tv

È tornato in prima serata e ha riportato con sé tutto il profumo di polvere da sparo, vendette personali e dialoghi secchi come il deserto del New Mexico: "Dead for a Dollar" è uno di quei film che si fanno ricordare per lo stile ruvido, il ritmo incalzante e un cast che sembra uscito da un Oscar party.

Ma, diciamocelo: tra inseguimenti, sparatorie e una storyline che svolta a ogni cavallo, il finale è stato una vera corsa ad ostacoli. Te lo sei perso? Ti è sfuggito qualche dettaglio tra una pistolettata e l’altra? No panic: ecco la spiegazione completa di come finisce "Dead for a Dollar", senza peli sulla lingua né sconti sugli spoiler.

La verità su Rachel: rapita o fuggita?

In principio fu il rapimento. O almeno così aveva detto Martin Kidd, imprenditore facoltoso con una faccia da chi ha più da nascondere che da mostrare. Ha assunto il cacciatore di taglie Max Borlund (Christoph Waltz in versione ghiaccio secco) per riportargli la moglie Rachel, "sequestrata" da un disertore afroamericano dell’esercito, Elijah Jones.

Peccato che Rachel (una Rachel Brosnahan perfetta tra coraggio e carisma) non fosse affatto una vittima. Ha scelto lei di fuggire con Elijah, stanca di un marito manipolatore che l’ha trattata come una trofeo da esibire e, peggio ancora, da eliminare una volta diventata un ostacolo.

Il "rapimento" era solo un pretesto mascherato da onore, ma puzzava di patriarcato e ambizione politica lontano un miglio.

Joe Cribbens, il ritorno dell’ex nemico

E mentre Max cerca di risolvere questa faccenda con la sua solita diplomazia da fucile ben oliato, entra in scena Joe Cribbens (Willem Dafoe, godibile come sempre), il truffatore che Max aveva fatto rinchiudere anni prima. Cribbens, scarcerato e tornato libero come un serpente nel deserto, si aggira tra sale da poker e minacce sottili, con la promessa di vendetta che gli pende sul capo come il cappello di Clint Eastwood.

Vargas, il bandito con la villa e la doppia vita, lo arruola per uccidere Max. Ma Cribbens ha la strana tendenza a scegliere i propri tempi. Alla resa dei conti, quando avrebbe potuto premere il grilletto, ha esitato. Troppo tardi: Max non perdona. O spari, o sei morto. E Cribbens ha scelto male.

La svolta brutale: Rachel uccide il marito

Quando Martin Kidd arriva in Messico per "riprendersi" Rachel, il piano è chiaro: corrompere, uccidere, incassare la gloria. Ma ha fatto i conti senza l’orgoglio (e la pistola) della moglie. In uno dei momenti più soddisfacenti del film, Rachel lo fredda con una derringer dopo avergli fatto confessare di aver pagato Vargas per violentarla e farla fuori.

Altro che amore: Martin aveva visto nella tragedia un’opportunità di carriera. Non ha fatto in tempo a leggere il copione fino in fondo.

Il colpo sparato da Rachel ha rappresentato più che una vendetta: è stato un atto di giustizia femminile in un mondo dove le donne, solitamente, si limitano a piangere dietro le tende. Lei, invece, ha chiuso il sipario con stile.

Sparatoria finale: chi ha sparato a chi

A questo punto, il film si è acceso come una miccia bagnata in tequila. Vargas e i suoi uomini sono piombati sulla scena e hanno eliminato i corrotti del posto. Ma Max, Poe e Rachel (con l’aiuto impagabile della locandiera locale) hanno fatto squadra e iniziato a sparare come se non ci fosse un domani.

Poe è stato colpito alla spalla, ma ha resistito. Cribbens ha colpito Vargas da dietro, ma ha pagato con la vita. Max gli ha offerto un’uscita onorevole: "vattene e vivi". Ma lui ha preferito morire sul campo, per coerenza o per orgoglio - scegli tu.

Alla fine, tra sangue e piombo, solo i nostri tre protagonisti sono rimasti in piedi. Non amici, non alleati, ma legati da quel tipo di rispetto che solo le battaglie condivise sanno creare.

Che fine fanno Max, Rachel e Poe?

Il finale ha chiuso il cerchio con toni dolceamari. Dopo essere tornati negli Stati Uniti:

  • Max Borlund ha continuato a fare il cacciatore di taglie, probabilmente l’unico lavoro in cui si sente davvero a casa. Nessuna redenzione, ma nemmeno declino: solo lui, la legge e il deserto.
  • Rachel Kidd si è trasferita a Filadelfia, dove ha dedicato la vita al progressismo politico. Niente più fughe o mariti sbagliati: solo cause giuste e parole forti.
  • Alonzo Poe, il sergente dal cuore nobile, è tornato nell’esercito e ha servito per altri trent’anni, fino alla pensione. È morto nel 1937 in una casa per veterani, con l’onore e la dignità di chi ha scelto da che parte stare.
LEGGI ANCHE